«La traiettoria della Olivetti assomiglia al volo della farfalla. Dall’informatica alla telefonia. Dalla manifattura ai servizi. Non un mutamento di pelle. Ma un mutamento di natura. Una metamorfosi magari solitaria, in coerenza con una anomalia storica olivettiana accentuate dal profilo di outsider di De Benedetti. Ma, di certo, né triste né final.»
Nel 1978, all’arrivo di Carlo De Benedetti, la Olivetti è in grave difficoltà. Un’impresa senza imprenditore, nel declino seguito alla morte di Adriano. Sotto la guida dell’Ingegnere l’azienda vive un’intensa stagione di sviluppo, fondata sulla produzione di personal computer (l’M24 è il pc più venduto al mondo) e sull’ampliamento dei prodotti: fax, fotocopiatrici, stampanti. A cavallo fra anni Ottanta e Novanta, condivide con le altre imprese elettroniche europee di radice fordista la dura rimodulazione dell’informatica, ma sperimenta pure la felice metamorfosi nella telefonia con Omnitel. Un mutamento di natura, unico nel panorama internazionale: dalla crisi della fabbrica ai nuovi servizi. Il cerchio si chiude nel 1996, quando De Benedetti lascia la guida del gruppo. L’autore ha per primo consultato il Fondo Presidenza Carlo De Benedetti dell’Archivio Storico Olivetti e le Carte Private dell’imprenditore. Grazie a una documentazione ricca e inedita, ha ricostruito una vicenda esemplare del Novecento italiano che, con i suoi successi e i suoi limiti, ha avuto nella Olivetti uno snodo essenziale: industria e tecnologia, politica e cultura, storia e destino.
Paolo Bricco, giornalista e storico, è inviato del «Sole 24 Ore», specialista in economia e politica industriale. Ha pubblicato «Olivetti, prima e dopo Adriano. Industria, cultura, estetica» (L’Ancora del Mediterraneo, II ed. 2009)