| Paolo Rebaudengo Presidente |
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| Buongiorno e grazie a tutti gli intervenuti, alla ricercatrice Giulia Cecchini, agli ingegneri e alle imprese che hanno partecipato all’indagine, all’Università di Firenze che ospita questo convegno nella sua Aula Magna e alla Fondazione Maire-ETS finanziatrice della borsa di ricerca bandita da UniFI. | |||
Umanesimo è anzitutto la salvaguardia della vita nelle nostre città e nel nostro Pianeta.
Anche alle arti l’Ateneo fiorentino dedica molta attenzionecome dimostra il recente conferimento a Roberto Bolle della laurea magistrale honoris causa in Pratiche, linguaggi e culture della comunicazione con la motivazione che “la sapiente valorizzazione della danza come linguaggio universale fa di Roberto Bolle l’interprete di una concezione dell’arte veicolo di cultura, emozioni, socialità”.
Sulle due culture, quella scientifica e quella umanistica, la discussione è aperta sin dal 1700.John Locke in Inghilterra e Jean-Jacques Rousseau in Franciasostenevano che occorresse guardare agli obiettivi pratici dell’istruzione, al suo ruolo di preparazione al lavoro e che quindi scarsa utilità avesse lo studio dei classici antichi.
Friedrich August Wolf, studioso tedesco della fine del 1700, fondatore della filologia classica moderna, suggerì al contrario che l’interpretazione dei testi letterari vada affrontata con il rigore di una scienza esatta: Altertumswissenschaft,
Per studiare gli antichi testi e le antiche culture in modo adeguato, sostenne che occorresse utilizzare lo stesso approccio con cui si studia l’universo scientifico. Al pari della matematica e della fisica, anche la civiltà classica può essere compresa in modo significativo solo se si padroneggiano diverse discipline (storia, religione, filosofia) collegate fra loro e con le lettere classiche, con i loro rispettivi lessici e grammatiche.
In epoca contemporanea la discussione sulla divisione tra la cultura scientifica e quella umanistica, venne sviluppata dal linguista Tullio De Mauro, nel libro “Contare e raccontare, dialogo sulle due culture” scritto insieme a Carlo Bernardini, fisico e divulgatore scientifico. De Mauro sosteneva che queste due aree del sapere sono spesso considerate in opposizione mmentre rappresentano in realtà una competenza unica, necessaria per interpretare il mondo.
Papa Leone XIV nella lettera “Disegnare nuove mappe di speranza” per il Giubileo del mondo educativo che si è svolto un mese fa, scrive che l’educatore deve essere prima di tutto un testimone di umanità e l’educazione una costellazione che tiene insieme cuore, mente e mani, oltre che identificarsi con la pace, portando a conoscere le differenze e crescere nella capacità di dialogo.
Negli stessi giorni il Papa ha proclamato San John Henry Newman, cardinale filosofo inglese, Doctor Ecclesiae, e co-patrono degli educatori, a fianco di san Tommaso d’Aquino e di Ildegarda di Bingen, monaca benedettina del XII secolo, naturalista, cosmologa, filosofa, pittrice, poetessa, drammaturga, musicista, linguista e consigliera politica.
San Newman è autore di The idea of a University, un trattato nel quale ammonisce che ridurre l’Università a officina di competenze significa tradirne lo spirito. La conoscenza non è fine a se stessa ma deve servire a dare una visione chiara, preparando gli studenti non a un mestiere ma a vivere pienamente.
Eccoci dunque all’antica e moderna figura dell’ingegnere umanista. Metafora, certo, ma anche figura umana concreta, un ingegnere che va oltre la tecnica anche ove intenda dedicarsi a compiti tecnici, alla ricerca, allo sviluppo di prodotto o di processo.
E’ il tema della ricerca. Al cuore di questo profilo il possesso del senso di responsabilità per le ricadute che il suo lavoro ha su altre persone che lavorano nella stessa impresa o su imprese fornitrici, su clienti o sulle comunità ove arriveranno i prodotti da lui progettati o sull’ambiente.
Ernst Abbe, ottico, fisico, astronomo, imprenditore, docente di fisica teorica all’università di Jena, riformatore sociale, dopo la morte di Carl Zeiss col quale divideva la proprietà della Zeiss fondò nel 1889 la Carl-Zeiss-Stiftung, nella quale fece confluire le azioni della società. Una Fondazione il cui scopo principale era ed è tuttorala promozione della scienza e della ricerca, l’utilizzazione degli utili per finanziare progetti scientifici, sociali, culturali e il benessere dei dipendenti. Un modello di fondazione a cui guardò Adriano Olivetti senza riuscire a portarlo a compimento.
Oggi, in un contesto sociale difficile, con vulnerabilità crescentie arretramento del welfare pubblico, le imprese, per propria iniziativa o in seguito a contrattazioni sindacali collettive, assumono sempre più un approccio orientato alla responsabilità sociale e al benessere collettivo.
Non solo per “fare del bene” come nelle origini della Ferrero di Alba ma per coniugare la creazione di valore economico con quello sociale e ambientale, con un impatto positivo sulle persone e sul territorio anche quanto a inclusione, alla salute e all’istruzione.
Come si legge nel Terzo Rapporto dell’Osservatorio Sodalitas sulla Sostenibilità Sociale d’Impresa, gli italiani, specialmente i giovani,riconoscono alle grandi imprese un ruolo potenzialmente decisivo per migliorare la società dal punto di vista sociale e ambientale. Sostenibilità economica e sostenibilità ambientale e sociale sono viste come due facce della stessa medaglia.
Nel novembre del 2023 è stato presentato alla Rettrice Alessandra Petrucci e al Pro-Rettore Marco Pierini, un accordo operativo stipulato tra l’Unità di Ricerca Interdipartimentale promossa dal prof. Lorenzo Capinerie Olivettiana, finalizzato ad attuare un progetto per una nuova cultura dell’ingegnere. Oltre alla realizzazione di una ricerca qualitativa sull’ingegnere umanista, quella presentata oggi, prevede uno studio per la realizzazione di un Osservatorio nazionale con la partecipazione di Atenei, Politecnici, una rappresentanza di studenti e loro associazioni, la collaborazione di COPI (conferenza per l’Ingegneria), imprese e loro emanazioni.
I primi ragionamenti e ipotesi di lavoro per la realizzazione di questo Osservatorio, vengono presentati nei prossimi due interventi, quello di Giovanni Maggio, Presidente onorario e di Alessandro Chili, segretario di Olivettiana.
Giovanni Maggio, Presidente Onorario
CI SONO RICERCHE STERILI, OCCASIONALI, DI COSMESI, COSTRUITE TALVOLTA
PER DARE UN’APPARENTE E PALLIATIVA RISPOSTA A DISAGI ORGANIZZATIVI.
POI CI SONO RICERCHE CHE NASCONO DALLA NECESSITÀ E DALLA VOLONTÀ DI
CAPIRE , DI ANALIZZARE, PER INTERVENIRE, MODIFICARE, ARRICCHIRE, PER
RIDISEGNARE ORGANIZZAZIONI COMPLESSE, PROCESSI E PRODOTTI, COME È
LA RICERCA CHE OGGI VIENE PRESENTATA.
L'AUGURIO È CHE QUESTA RICERCA NON SIA UNA RICERCA STERILE , UNA
RICERCA DA METTERE NEL CASSETTO MA CHE SIA UNA RICERCA SEMINALE,
FECONDA IL CUI SEME ASSICURI UN FELICE RACCOLTO : IL DISEGNO DI NUOVA
CULTURA DELLA FORMAZIONE DELL’INGEGNERE.
NEL CORSO DELLl’INDAGINE LA DOTTORESSA CECCHINI CI HA RACCONTATO
COME UNA INTERVISTATA, ALLA DOMANDA COSA BISOGNEREBBE FARE PER LO
SVILUPPO DI UNA FORMAZIONE ADEGUATA ALLE ESIGENZE DELL’IMPRESA, LA
RISPOSTA È STATA:
"DOVETE CONTINUARE A FARE QUELLO CHE STATE FACENDO”.
MI PARE QUESTA LA FRASE ICONICA CHE POSSA RAPPRESENTARE MEGLIO LA
RICERCA CHE OGGI È STATA PRESENTATA.
LEGGO DAL SOMMARIO DELL’INDAGINE :
" DA QUESTA RICERCA I PARTECIPANTI, INGEGNERI E IMPRESE AVANZANO LA
PROPOSTA DI COLLABORAZIONI STRUTTURATE TRA UNIVERSITÀ, IMPRESE E
TERRITORI E LA CREAZIONE DI SPAZI DI RIFLESSIONE E DI STUDIO DEDICATI
ALLA FIGURA DELL'INGEGNERE PER MONITORARNE L’EVOLUZIONE E FAVORIRE
UNA CULTURA DEL LAVORO FONDATA SULL’INTEGRAZIONE DEI SAPERI E SULLA
RESPONSABILITÀ COLLETTIVA.”
SONO QUESTE LE PIETRE ANGOLARI PER LA COSTRUZIONE
DELL'OSSERVATORIO NAZIONALE ADRIANO OLIVETTI PER LA FORMAZIONE DEL
NUOVO INGEGNERE.
LE SUE POSSIBILI LINEE PROGRAMMATICHE SONO STATE DA NOI OLIVETTIANI
ELABORATE E PRESENTATE ALLA GOVERNANCE DELL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE E
DA DOMANI SARANNO PUBBLICATE NEL SITO DI OLIVETTIANA. WWW
OLIVETTIANA.IT .
MI LIMITERÒ QUI A CITARE SOMMARIAMENTE SEI PUNTI COSPICUI
DELL’OSSERVATORIO.
1- L’OSSERVATORIO VUOLE ESSERE UN LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DOVE
SI CONIUGANO ESPERIENZE ACCADEMICHE E VISIONI INDUSTRIALI CON
L’OBIETTIVO DI CONTRIBUIRE AL DISEGNO DI NUOVI PROCESSI DI FORMAZIONE
DI UN INGEGNERE CHE SIA LEADER INNOVATIVO.
2- L’OSSERVATORIO È PROGETTATO E GESTITO DALLA UNIVERSITÀ DI FIRENZE
MA NON È AUTOREFERENZIALE. HA UNA VALENZA NAZIONALE E PUÒ
RAPPRESENTARE UNA FUNZIONE RILEVANTE NELL’ IMAGE BUILDING
DELL’UNIVERSITÀ DI FIRENZE.
3-L’UNIVERSITÀ GESTISCE L’OSSERVATORIO COME PIATTAFORMA DINAMICA DI
COLLABORAZIONE, MOTORE DI INNOVAZIONE E DI PROGETTUALITÀ CONDIVISA
CON ALTRE UNIVERSITA’,CON LE IMPRESE, CON GLI INGEGNERI , CON LE
ISTITUZIONI INTERESSATE ED ALTRI POSSIBILI STAKEHOLDER.
4- UNO DEI COMPITI DELL’OSSERVATORIO E’ QUELLO DI PROPORRE UNA FORTE
ATTENZIONE ALLA POSSIBILE REVISIONE DELLE METODOLOGIE EDUCATIVE E
DEI CURRICULUM FORMATIVI PER LO SVILUPPO DI CAPACITÀ DI LEADERSHIP E
DI INNOVAZIONE ANCHE ATTRAVERSO NUOVI METODI DI FORMAZIONE.
5- IL PROGETTO DELL’OSSERVATORIO CONSENTE DI METTERE A FRUTTO LA
COMPETENZA NATIVA DELL’UNIVERSITÀ DI FIRENZE, LA SUA ORIGINALE
INTELLIGENZA DEL RINASCIMENTO COME RECITA LA COVER ESPOSTA
E DOVE IL TEMA DELL'INGEGNERE UMANISTA PUÒ ESSERE LEGITTIMAMENTE
SVILUPPATO PER IL SUO RICCO PATRIMONIO INTERDISCIPLINARE A
DIFFERENZA DELLA MONOCOLTURA TECNICA DEI POLITECNICI.
6- L’OSSERVATORIO PUÒ RAPPRESENTARE PER QUESTA UNIVERSITÀ UNA
ORIGINALE COMPETENZA DISTINTIVA E PROCURARLE ,SECONDO LA LEZIONE DI
KOTLER, UN CONSIDEREVOLE VANTAGGIO COMPETITIVO NELLA ATTRAZIONE DI
NUOVI STUDENTI DI INGEGNERIA E COME ARGOMENTO FIDELIZZANTE NEL
PASSAGGIO ALLA LAUREA MAGISTRALE.
L’OFFERTA FORMATIVA DOVREBBE ESSERE IL PIÙ POSSIBILE ALLINEATA ALLE
ESIGENZE DEL MONDO DEL LAVORO. QUESTA È LA QUESTIONE, UN TEMA DI
ANTICA DISCUSSIONE E DI DIFFICILE RISOLUZIONE COME CI HA DICHIARATO LA
RETTRICE NEL NOSTRO INCONTRO
MOLTI FATTORI INFATTI CARATTERIZZANO DIVERSE DIFFICOLTÀ DEL RAPPORTO
UNIVERSITÀ E MERCATO
– È COMPLICATO PREVEDERE CON ESATTEZZA LE ESIGENZE FUTURE DI UN
MERCATO DEL LAVORO IN CONTINUA E TURBOLENTA EVOLUZIONE.
– E’ DIFFICILE ANALIZZARE QUALI SARANNO LE COMPETENZE PIÙ RICHIESTE TRA
CINQUE 10 ANNI
– I CURRICULUM UNIVERSITARI HANNO UN CICLO DI AGGIORNAMENTO CHE
SPESSO È PIÙ LUNGO DEI CICLI DI CAMBIAMENTO DEL MERCATO DEL LAVORO
IL MERCATO DEL LAVORO È MOLTO VARIEGATO. L'ESIGENZA DI UNA GRANDE
AZIENDA MULTINAZIONALE E’ MOLTO DIVERSA DA QUELLA DI UNA PICCOLA
IMPRESA
DIFFICOLTÀ NON ULTIMA, LA FISIOLOGICA RESISTENZA DEL SISTEMA
ACCADEMICO AL CAMBIAMENTO ED ALL'INNOVAZIONE DIDATTICA.
NELL’IMPRESA QUESTE DIFFICOLTÀ SAREBBERO AFFRONTATE CON LA MASSIMA
CELERITÀ DECISIONALE NEL QUADRO DI MANAGEMENT RESPONSABILE ED
AVVERTITO.
MA, LO SAPPIAMO BENE, L’UNIVERSITÀ NON È UN’IMPRESA E GLI OBIETTIVI
DELL’OSSERVATORIO, FACILI A DICHIARARSI, SONO SICURAMENTE MOLTO
COMPLESSI AD ATTUALIZZARSI NEL SISTEMA ACCADEMICO CHE HA UNA FORTE
COMPLESSITÀ ORGANIZZATIVA, CARATTERIZZATA DA TEMPI NON BREVI E
CONSENSI DECISIONALI MOLTEPLICI ED ARTICOLATI.
LA PROGETTAZIONE DELL'OSSERVATORIO POTREBBE ALLORA COSTITUIRE
OPPORTUNAMENTE LO STRUMENTO CHE FACILITI L’ADEGUAMENTO
DELL’OFFERTA FORMATIVA ALLINEATA IL PIÙ POSSIBILE ALLE ESIGENZE DEL
MONDO DEL LAVORO.
UNO STRUMENTO CARATTERIZZATO, SECONDO LA LEZIONE DI CALVINO, DA
LEGGEREZZA, RAPIDITÀ, ESATTEZZA, VISIBILITÀ, MOLTEPLICITÀ.
LEGGERO NEI COSTI E NELLA STRUTTURA.
RAPIDO PERCHÉ POTENZIATO ANCHE DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
ESATTO SECONDO LA PRIMARIA COMPETENZA INGEGNERISTICA.
VISIBILE COME UN PANOPTICON, CHE TUTTO VEDE E TUTTO FA VEDERE, QUI
COME CREATURA MITICA DELLA COMUNICAZIONE VISIVA OLIVETTIANA ANCORA
DEGLI ANNI 70 E NON LA METAFORA CARCERARIA DI FOUCAULT.
MOLTEPLICE PER L'AMPIEZZA E LA RICCHEZZA DEI PARTECIPANTI.
NOI OLIVETTIANI ABBIAMO STUDIATO A CASA, COME CI HA RICHIESTO LA
RETTRICE. ABBIAMO INDIVIDUATO LE POSSIBILI LINEE GUIDA E GLI OBIETTIVI
DELL’OSSERVATORIO.
ORA È IL MOMENTO CHE QUESTO MATERIALE VADA DISCUSSO E VALUTATO IN
UN PROCESSO REALMENTE COSTITUTIVO DELLA OPERAZIONE ATTRAVERSO IL
COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER INTERESSATI.
OGGI, IN QUESTO CONVEGNO CHE PUÒ ESSERE CONSIDERATO COME UNA
“CONSENSUS CONFERENCE”, IN QUESTA PRESTIGIOSA SEDE SEMPRE PIÙ
IMPORTANTE PER LA STORIA OLIVETTIANA, CHIEDIAMO A VOI, RAPPRESENTANTI
DELLA UNIVERSITÀ, DIRIGENTI DI IMPRESE, INGEGNERI, STUDENTI, IL VOSTRO
CONSENSO E LA VOSTRA NECESSARIA DISPONIBILITÀ A SVILUPPARE E FAR
CRESCERE INSIEME IL PROGETTO DELL’OSSERVATORIO PER LA FORMAZIONE
DEL NUOVO INGEGNERE NEL NOME DI ADRIANO OLIVETTI.
ALESSANDRO CHILI, SEGRETARIO E TESORIERE
IPOTESI DI STRUTTURA TECNICA DELL’OSSERVATORIO
PREMESSA
Questa ipotesi riguarda unicamente la struttura tecnica dell’Osservatorio, non l’Organo di Governo, dal
quale dipenderanno ovviamente gli indirizzi, la valutazione dei risultati ed ogni altro aspetto di tipo
qualitativo.
A) SCENARIO DI RIFERIMENTO
Si ipotizza che l’Osservatorio monitori un Target costituito da Aziende, Ingegneri che lavorano nelle
stesse, Studenti di Ingegneria (quantità da definire) con frequenza semestrale attraverso un
questionario somministrato da un software standard al quale il Target possa rispondere in
autonomia
Semestralmente un responsabile tecnico solleciterà il Target a compilare il questionario, che risiede
su un sito appositamente aperto e consultabile in qualunque momento con le modalità che
saranno stabilite
Si ipotizza quindi un questionario con risposte in gran parte chiuse
Semestralmente un responsabile tecnico rileverà gli scostamenti misurati dal software rispetto a
quelle precedenti inviando il risultato all’organo di governo dell’Osservatorio e al Target. Tale
attività dovrebbe essere svolta con grande semplicità dal software standard prescelto (Survey
Monkey o simili)
Dopo la valutazione dei risultato, se ritenuto opportuno dall’organo di governo dell’Osservatorio, lo
stesso emetterà un paper che sarà inviato a un Responsabile tecnico della Comunicazione con
indicazione per la diffusione (mailing list, social network, sito dell’Osservatorio etc)
Ci sono quindi due figure tecniche basilari:
1) Una gestisce il software, sollecita le Aziende, rileva i risultati
2) Una si occupa della Comunicazione. Questa figura, molto importante, dovrebbe occuparsi sia di
partecipare i risultati si di acquisire sistematicamente informazioni da un panel di fonti
predeterminate (a cominciare dagli altri Osservatori esistenti)
Si tratta quindi di una funzione di Comunicazione nei due sensi, in e out, nell’ipotesi che
l’Osservatorio diventi un punto di riferimento sul Tema
B) STIMA DEL TEMPO NECESSARIO ALLE ATTIVITA’ ESECUTIVE
Il personale addetto alla raccolta e gestione dei dati potrebbe essere occupato mediamente due
settimane ogni sei mesi
Il personale addetto alla Comunicazione potrebbe avere un impegno stimato in una settimana al
mese
Naturalmente le due attività potrebbero coincidere
L’ipotesi prevede quindi un impegno di personale Operativo stimato in 16/20 settimane all’anno
ATTIVITA’ PRELIMINARI DELL’ORGANO DI GOVERNO
1) PANEL DELL’OSSERVATORIO: definizione del Target (Aziende, Neolaureati, Igegneri in attività,
Università etc)
2) DECISIONE DELLA FREQUENZA: semestrale?
3) NATURA DEL QUESTIONARIO: solo domande chiuse o anche aperte?
4) MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE: software standard che il target gestisce in autonomia
5) SCELTA DEL SOFTWARE
6) ANALISI DEI DATI: definizione delle analisi che si vogliono condurre sistematicamente
7) MODELLO DI COMUNICAZIONE:
a) definizione dei Target di interesse (potrebbero anche essere più di uno a seconda dei contenuti
da veicolare), definizione delle modalità di interazione col target, definizione dei modelli per
canale di comunicazione (Mail, Newsletters, Convegni, Social etc
b) definizione delle fonti esterne da cui acquisire informazioni e definizione del modello di
circolazione interna al progetto
8) DEFINIZIONE DEL BUDGET
Al costo del personale Operativo si aggiungono i costi della gestione del sito internet
Data la natura del Progetto occorre sviluppare un budget almeno quinquennale.