La rivoluzione nelle vendite.
Ugo Galassi ed il sistema commerciale Olivetti
Nico Osella con questo suo libro, edito da Bolognino nel 2025 con prefazione di Bruno Lamborghini, colma un vuoto di conoscenza, sempre avvertito da chi ha lavorato nel settore commerciale della Olivetti. In particolare da chi è stato assunto dal 1954 al 1976, quando il modo di lavorare nel settore commerciale si imparava nella scuola Olivetti di Firenze (Cisv) prima in Europa e modello delle altre scuole Olivetti nel mondo, è rimasta viva nella memoria di chi ha lavorato nell’area commerciale Olivetti. L’autore offre una gamma di contenuti che permettono di capire come due persone Adriano Olivetti di anni 32, diventato direttore generale della Olivetti a Ivrea subentrando al padre nel 1933, e Ugo Galassi di anni 24 assunto come venditore a Milano nel 1936, abbiano creato nel settore commerciale Olivetti, un autentico capolavoro organizzativo. Qui di seguito, dopo il profilo di Ugo Galassi, saranno proposti i cardini del sistema commerciale Olivetti. Interessante l’impostazione dei capitoli del libro: chi era Ugo Galassi, Ugo Galassi e Adriano Olivetti, Come nasce l’attività commerciale Olivetti, La Rivoluzione del ‘sistema di vendita Galassi’, Imparare a vendere. il CISV, Alla guida della Olivetti americana, La storia Olivettiana di Galassi.
Ugo Galassi, profilo umano e culturale
Nato a Milano nel 1912, il padre triestino, assicuratore presso le Assicurazioni Generali, la madre forlivese che aveva trasferito a Milano la sartoria creata a Forlì con le sorelle. Dopo il Liceo scientifico, studia alla Bocconi, si laurea nel 1936 e nello stesso anno viene assunto come venditore nella Filiale Olivetti di Milano. In due anni si mette in evidenza per capacità organizzativa ed intraprendenza, e dopo un incontro con Adriano Olivetti, nel 1938 è nominato capo dell’ufficio vendite della Filiale di Milano. Il giovane Ugo Galassi spiegava che “per migliorare le vendite, era necessario in primo luogo sulle qualità professionali del venditore che doveva essere selezionato e formato. Inoltre era importante costruire un archivio dei potenziali clienti con informazioni appropriate…le qualità personali del venditore come quelli di prodotti da vendere dovevano influire sul cliente per creare un’atmosfera positiva…” Due persone fatte per capirsi e che ebbero negli anni in cui Ivrea fu dichiarata ‘città sede di industrie belliche’ (Olivetti costruiva telescriventi T1 denominate ‘campali’ e macchine per scrivere M40), contatti più frequenti in quanto Ugo Galassi, iscritto al Distretto militare di Milano, come ufficiale degli Alpini fu trasferito a Ivrea con l’incarico di ‘capo del personale’. Traslocò a Ivrea, nacquero Gianni e Paolo, che frequenteranno l’asilo Olivetti, progettato da Figini e Pollini. Galassi ‘deciso oppositore del fascismo’ si aggregò al Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) formato da Gino Martinoli, Giovanni Enriques, Giuseppe Pero e Paolo Polese, i quali operavano sotto il comando di Giovanni Jervis.
Terminato il conflitto, all’inizio del 1946, dopo avere trascorsi 5 anni a Ivrea, tornò a Milano come Direttore della Filiale e con il mandato di ‘dedicarsi allo studio dell’intera struttura di vendita italiana che a causa della guerra era stata distrutta. Si trattava di fare ripartire le filiali e spostare in nuovi edifici quelle che avevano avuto i locali distrutti, riprendere i rapporti con i concessionari. Nel 1953 viene promosso Direttore Generale Commerciale sostituendo Giovanni Enriques.
Una parte di questo interessantissimo libro è dedicata all’origine del metodo commerciale Olivetti che prende piede in occasione di un evento del 1952, dove era richiesta la decisione audace di rinforzare e modificare drasticamente il sistema di vendita’.
L’autore del libro Nico Osella, autore di Una vita in Olivetti[1], dirigente in Olivetti con una lunga e importante storia di lavoro nei sistemi di gestione e controllo amministrativo- finanziario, ha visto e ascoltato Adriano Olivetti, da neoassunto e insieme ai colleghi, nel suo discorso del 24 dicembre 1955 al Salone dei 2000 a Ivrea. Tra i molti argomenti A.Olivetti ‘pose l’accento sulla crisi, causata da una fase di recessione dell’economia mondiale, che aveva creato un aumento anomalo delle giacenze nei magazzini, gravi le conseguenze da affrontare con decisioni drastiche per salvare l’Azienda e i posti di lavoro. Ridurre la struttura produttiva e ricorrere ai licenziamenti oppure avviare una soluzione difficile e pericolosa, costituita da un’audace e abile politica di espansione. Fu scelta la seconda possibilità e la guida di questa battaglia era stata affidata a Ugo Galassi il quale assieme ai suoi collaboratori in meno di 18 mesi era riuscito a vendere i prodotti in eccesso e a scongiurare le misure restrittive più drammatiche, mettendo le basi di un nuovo sistema commerciale per distribuire i prodotti.’[2]
Una delle prime innovazione di Galassi,’ subentrando la crisi, tutto cambiava e la necessità di possedere informazioni sulla reddittività di ogni singola Filiale, Area, Canali e Concessionari diventava una richiesta a cui non si poteva derogare. A livello aziendale mancavano gli strumenti come i sistemi informativi e statistici ..non esisteva un sistema amministrativo di controllo di gestione ..in grado di fornire informazioni sulla redditività di ciascun centro. In questo contesto Ugo Galassi si appoggiava molto a Franco Momigliano che sarebbe poi diventato il responsabile della Direzione Centrale Studi Economici e Programmazione di Ivrea’[3]
I cardini del sistema commerciale Olivetti
1-La Direzione Commerciale Italia, Milano 1954
Un palazzo dedicato al lavoro nella vendita, con uffici studi, direzioni del personale, marketing, comunicazione pubblicità (nella vicina Via Camperio), in pieno centro vicino alla Galleria Cavour dove era presente la Filiale Olivetti e dove nasce il piano per un nuovo sistema commerciale. ‘Si basava sulla presenza dell’attuale ciclo produttivo di cui considerava la vendita l’ultimo fase, quella che veniva portata a termine dal venditore, costituita dalla cessione del prodotto finito al cliente. Ma come il ciclo produttivo deve essere costantemente migliorato, anche quello commerciale deve essere più veloce e meno costoso. La vendita che rappresenta al tempo stesso un mezzo e un fine, non può essere separata dalle altre fasi dell’attività aziendale. Ma poiché la vendita viene affidata esclusivamente alle persone umane, a differenza della produzione, deve essere razionalizzata in modo intelligente tenendo conto di tutti i problemi psicologici connessi. Il venditore deve essere quindi partecipe del progetto di ristrutturazione ed essere informato e convinto dell’utilità e moralità della sua funzione’[4]
La foto di copertina di questo libro mostra un momento della storia produttiva e commerciale della Olivetti. Sono ripresi il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, al quale viene presentato, da Adriano Olivetti e Ugo Galassi, l’Elea 9003, il primo computer messo in commercio, progettato e costruito interamente in Italia e primo al mondo nell’uso della tecnologia del transistor.
Via Clerici è il luogo delle pianificazioni, degli studi economici, delle varie direzioni (personale, marketing ecc.) e delle criticità. Un esempio. ‘L’azienda trasse beneficio negli anni 50 dal miracolo economico, registrò un’impressionante vitalità che le consentì di raddoppiare il suo personale e aumentare il numero di filiali e di concessionari. Tuttavia Galassi sentì i contraccolpi della non appartenenza della Olivetti, all’associazione degli industriali: Confindustria. Adriano Olivetti si rifiutò sempre di aderire a questa Associazione dove era malvisto. Ne seguì un ‘boicottate la Olivetti’ da parte di Confindustria ai propri associati.[5] Una situazioni critica, da affrontare e risolvere, tra le tante che avvengono nel mondo del commercio con un intervento temporaneo nel metodo di lavoro. Un altro esempio dovuto al vantaggio delle direzioni accentrate che permetteva ai selezionatori e ai gestori del personale di essere collegati all’elaborazione di nuovi profili professionali e di affrontare certe difficoltà ‘per convincere dei giovani a iniziare una carriera nel settore vendite che in quei tempi non godeva di grandissimo rispetto.. Il nome Olivetti, sinonimo di efficienza, design, servizi sociali ed altro, aiutava molto nelle assunzioni ‘[6]Chi ha lavorato in Via Clerici ricorda un clima positivo, dove lo scambio e la relazione erano favoriti dalla qualità dell’architettura e da una disponibilità spontanea delle persone al dialogo e all’incontro.
2-La scuola Olivetti: CISV, Centro istruzione specializzazione vendite, Firenze 1954
‘Il CISV venne alla luce grazie all’intuizione di Galassi associata alla capacità di realizzare il progetto da parte di un personaggio che diventerà mitico. Stiamo parlando di Guido Alessandri, considerato il padre del centro fiorentino.[7]
‘I corsi di Firenze di prima formazione venditori si svolgono a cura di istruttori selezionati tra i migliori funzionari. Il materiale didattico viene preparato dagli stessi docenti su materie come tecniche di vendita, struttura organizzativa dell’apprendimento ed esercitazioni su macchine Olivetti, studio dei prodotti della concorrenza, simulazione di trattative con i clienti ..’[8]
‘La capienza complessiva degli impianti permetteva una sistemazione di 140-150 persone. La politica dell’istruzione centralizzata di tipo residenziale, rendeva operativa ai fini aziendali, l’esperienza di vita comunitaria dando la possibilità ai partecipanti ai corsi di promuovere la loro socialità’[9]
Le ragioni per cui questa scuola è sempre ricordata dalle migliaia di persone che l’anno frequentata, si coglie nel libro L’idioma Olivetti[10], è sempre presente negli incontri tra ex colleghi e si legge nei documenti dell’Archivio storico Olivetti.[11]
‘Per dieci anni la Scuola contribuì, in maniera incisiva, al successo aziendale. Il suo modello fu esportato nelle principali consociate Olivetti; un’intera generazione di giovani (10.000 si stima, furono coloro che per varie ragioni frequentarono i corsi) fu in quegli anni formata ad uno stile di comportamento che divenne inconfondibile e rappresentò un marchio di garanzia per i clienti della società. Tutte le condizioni esistenti nella Scuola favorirono quello che si potrebbe definire uno stile di apprendimento e di comportamento che segnò in modo profondo tutti coloro che uscirono dai corsi di formazione: forte senso di appropriazione dei valori e degli obiettivi aziendali; intima convinzione di far parte di un’organizzazione di successo con una indiscussa leadership internazionale; grande prestigio culturale del nome Olivetti che inorgogliva chi ne faceva parte. I corsi del Cisv non erano soltanto una fondamentale esperienza culturale e professionale ma erano, in certo senso, anche una scuola di vita’.[12]

È importante che Ugo Galassi abbia trovato un biografo come Nico Osella[13], assunto in Olivetti nel 1955 a sedici anni e dirigente in diverse aree aziendali e che abbia conosciuto oltre la vita di lavoro anche la storia privata, conosciuta attraverso la Famiglia Galassi e documenti personali di grande importanza come un diario di lavoro.
Giuste e utili queste sue parole ‘mi dedico con molto entusiasmo a richiamare alla memoria le ragioni che hanno reso indimenticabile e importante soprattutto per il suo contributo al settore commerciale italiano ed internazionale. Galassi è ricordato come l’ideatore di un moderno sistema di vendita che, oltre a renderlo celebre, contribuì in modo determinante alla realizzazione dei piani di sviluppo della Olivetti. Ciò non sminuisce, tuttavia, il valore delle sue qualità umane, altrettanto significative. Ho ritenuto utile, a questo proposito, approfondire tanti aspetti della vita privata e professionale, che ignoravo, in modo da ricostruire in modo corretto il suo operato e la sua personalità’.[14]
Chi oggi, fra chi ha conosciuto il Cisv. leggesse ‘Libro de l’arte della mercatura’, un testo del ‘400 recentemente ripubblicato[15] dall’Università Cà Foscari e abbia vissuto nel sistema commerciale Olivetti, è probabile che potrebbe trovare alcune suggestioni nei materiali di studio e nei discorsi svolti nella Scuola Olivetti di Firenze. Ugo Galassi insieme al primo direttore della scuola Guido Alessandri, ai primi docenti provenienti dall’esperimento Ipsoa di Torino e con chi è venuto in seguito, fino a quando è rimasta l’identità Cisv, [16] hanno costruito un modello che ha trasformato la figura professionale del venditore e che ha conservato l’impronta culturale umanistica sempre ricordata dalle migliaia di persone che hanno lavorato nell’area commerciale della Olivetti.

3-Le Filiali e le Concessioni Olivetti
Gli ambienti del lavoro commerciale in Olivetti, con Galassi divennero radicalmente diversi da quelli che aveva visto a Milano nei suoi due primi anni di lavoro presso la Filiale Olivetti dove ‘i venditori non disponevano di strumenti per valutare le effettive esigenze della clientela’ e dove era necessario conoscere ‘le diverse tipologie di compratori, selezionandoli in funzione delle loro attività merceologica e del tipo di prodotto che necessitavano’, in un periodo dove solo ‘la guida del telefono degli utenti di Milano era l’unico mezzo a disposizione per individuare i potenziali clienti’ Considerazioni come queste a 26 anni, Galassi le discusse con Adriano Olivetti, insieme alla necessità di lavorare sulle qualità professionali del venditore, da selezionare, formare ed assumere come dipendente. Inoltre di fondamentale importanza era la costruzione di un archivio dei potenziali clienti. Nel 1938 Galassi fu promosso capo-vendita della Filiale di Milano e dopo la guerra, nel 1953 divenne Direttore Generale commerciale, subentrando all’ing. Giovanni Enriques, che diventerà Direttore dell’Ipsoa[17], di Torino, il primo master postuniversitario in Italia, con le lezioni in inglese, con docenti (svariati dall’Università di Harvard) e neolaureati selezionati da Adriano Olivetti.
Nelle Filiali si andò formando una formidabile conoscenza verticale delle varie attività professionali e imprenditoriale nell’economia del territorio, che trasformate in strumenti di lavoro per i venditori, permetteva la pianificazione delle visite, la conclusione delle vendite e l’arricchimento dell’ufficio di statistica e di economia della direzione di Milano.
La foto di ‘Galassi in giro per l’Italia ad inaugurare nuove filiali’ [18]fa capire l’importanza che la Olivetti attribuiva alla città e ai suoi pubblici. L’incontro con le autorità religiose (come si vede nelle foto) e civili, con i rappresentanti delle Istituzioni culturali, con le Associazioni imprenditoriali e professionali … significava che il valore della Olivetti era riconosciuto e permetteva, insieme alle ragioni del lavoro commerciale, anche una disponibilità e un interesse alla relazione umana e culturale. Convegni pubblici sulla tecnologia, sulla formazione, su esperienze aziendali all’estero, sulla cultura olivettiana, facevano parte degli scambi con la vita della Città. In molti casi anche con mostre [19] e con partecipazione ad eventi culturali organizzati dalle Università, dalle scuole e dalla P.A.
La filiali oltre il posto dove il venditore applicava il metodo di lavoro appreso alla scuola di Firenze, era il luogo dove decine di colleghi specialisti di prodotto, sistemisti, esperti in tecnologie ecc. parlavano delle proprie attività, spesso in occasioni di incontri colleghi di Ivrea o della Direzione commerciale di Milano. Presenze che permettevano al neo-venditore di intravvedere un proprio futuro. In territori dove non era presente la Filiale Olivetti, c’erano i Concessionari Olivetti anche loro formati col metodo di lavoro appreso al Cisv e quindi esponenti dell’originalità del sistema commerciale Olivetti. Nei primi del 1960 i dipendenti erano 54.600, dei quali 26.000 lavoravano all’estero, in Italia le Filiali erano 60, i concessionari 332. Nel 1972 nelle 28 Consociate Olivetti lavoravano 39.513 persone. In un Convegno svolto a Ivrea nel 2017 [20] nella sessione L’innovativa organizzazione commerciale come elemento di identità olivettiana due ex venditori entrati in Olivetti nei primi anni ’60, hanno ricordato il sistema commerciale Olivetti da due angolature diverse La vendita in Olivetti: un successo organizzativo fondato sulla valorizzazione delle persone (trattata da chi scrive) e Oltre le Consociate, i valori Olivetti dalle steppe russe ai deserti africani, trattato da Giuseppe Silmo.
4-I fondamenti del metodo di lavoro
Razionalizzare il lavoro commerciale quindi disporre di una forte preparazione su varie tipologie di uffici: commercialista, notaio, avvocato, architetto, ingegnere, artigiano, commerciante, area amministrativa di aziende di varia dimensione ecc, significa parlare al cliente di produttività del lavoro di ufficio, di analisi dei costi ecc. Poichè certe decisioni non vengono prese immediatamente, costruire una serie di riserve di contatti in profondità, farli avanzare con visite successive e arrivare alla conclusione della vendita. Da questo breve schema si può comprendere come una parte importante della prima formazione commerciale fosse dedicata alle forme e ai contenuti dei diversi tipi di visite al cliente. I programmi di formazione, continuamente venivano arricchiti di nuovi contenut . Come si può cogliere dalle parole di un responsabile della progettazione formativa ‘..capii che bisognava insegnare a tutti dal direttore di filiale all’ultimo dei venditori che cosa voleva dire fare un budget e che cambiamenti questo potesse comportare .. Era certamente un grande salto per riportare i conti dell’azienda ad una gestibilità e anche ad una prevedibilità che prima era troppo legata all’intuito.”[21]
Tra le forme di lavoro che si svolgevano all’interno della Filiale un ruolo importante riguardava lo studio del cliente, con l’annotazione sul tipo di lavoro d’ufficio e con le relazioni dei venditori Olivetti. In questo modo il colloquio con il capogruppo sui risultati della giornata di lavoro, diventava ‘formazione permanente’ sul come migliorare o modificare il tipo di visita per arrivare ai volumi di vendita previsti per il mese in corso ‘ L’attenzione era sostanzialmente ai volumi di vendita, e questo la dice lunga sull’approccio complessivo dell’impresa impostata da Adriano Olivetti : l’importante era che la fabbrica producesse volumi, perché così garantiva lavoro agli operai e al benessere all’intero sistema in cui la fabbrica viveva. [22]
Infine una citazione del 2005 che spiega come il libro di Nico Osella colmi un vuoto di conoscenza.
‘Ho partecipato a molte delle manifestazioni che si sono tenute negli ultimi anni per ricordare Adriano Olivetti nel centenario della nascita, si è parlato sempre di quanto ha fatto sul piano dell’architettura, dell’organizzazione del lavoro, della cultura dell’arte, della sociologia eccetera, si è parlato lungamente di tutti gli artisti, scrittori, poeti che sono passati all’Olivetti, ma non si è mai parlato della sua formidabile organizzazione commerciale. Se uno si limitasse a leggere certi resoconti credo che sarebbe legittimato a concludere che la Olivetti era fatta di architetti, ingegneri, letterati, poeti, e non riuscirebbe a capire chi possa avere venduto i suoi prodotti. In effetti ci fu un padre dello sviluppo del settore commerciale, a cui si deve l’importanza che esso ha avuto nella storia Olivetti. Questo padre si chiamava Ugo Galassi, mitico personaggio dell’Olivetti..’ [23]
La storia olivettiana di Ugo Galassi si conclude nel 1968. ‘ Dopo 32 anni di militanza nel gruppo Olivetti, Ugo Galassi abbandona l’incarico di responsabile del Gruppo Fabbricazione e rassegna le sue dimissioni al Presidente Visentini. Ha lasciato una traccia indelebile costituita da tanto lavoro in progetti, realizzazioni e iniziative a favore del Gruppo al punto di essere considerato indimenticabile per la storia Olivetti Il suo sistema di vendita ha fatto grande l’Azienda ed è stato un modello di distribuzione prodotti talmente all’avanguardia da essere esportato nei principali paesi del mondo.[24]
[1] https://olivettiana.it/vita-in-olivetti-osella/ recensione a cura di Paolo Rebaudengo (il libro è tradotto anche per gli olivettiani nel mondo)
[2]N.Osella La rivoluzione nelle vendite.Ugo Galassi ed il sistema di commerciale Olivetti, Bolognino ed.2025 p.53
[3] N.Osella, op.cit.p.83
[4] N.Osella, op.cit. p.91
[5] N.Osella, Op.cit. p.33
[6] N.Osella, Op.cit p.110
[7] N.Osella , Op.cit. P.109
[8] N.Osella Op.cit.p.114
[9] N.Osella, Op.cit. p.115
[10] L’idioma Olivetti 1952-1979, di Caterina Toschi NY Florence Quodlibet 2018
[11] La Scuola di Firenze ha svolto una funzione eccezionale nella storia della Olivetti e elle persone che l’hanno frequentata. Per avere un’idea della sua attività nel primo decennio, questi i numeri: in 509 corsi, vennero formati 5.164 venditori, 815 specialisti di macchine contabili, 414 concessionari, 25 specialisti in mobili Synthesis, 196 quadri. A Firenze si svolsero 2.963 riunioni di lavoro, per l’integrazione con le Direzioni commerciali, tecniche, personale, marketing ecc. 1-Formazione costi : 975.453.001; (prima formazione, quadri intermedi, CSS capi settore sviluppo concessionari 2-Aggiornamento 28.109.287; 3-Qualificazione :Venditori 115.049.243, Quadri intermedi 64.487.106; Direttori 5.076.914. Organizzazione indiretta : CSS 5.849. 332; Concessionari 20.162 890 Totale 220.554.455 4- Specializzazione Contabili 145.716.809 Synthesis 18.186.307 Totale 163.903.116 (Fonte Relazione di 74 pagine con commenti e tabelle sul lavoro svolto dal Cisv dal 1954 al 1963)
[12] Mario Torta in Storia e storie delle risorse umane in Olivetti a cura di: Michele La Rosa, Paolo Rebaudengo, Chiara Ricciardelli Angeli editore 2004
[13] In https:// olivettiana.it/vita-in-olivetti-osella/ a cura di Paolo Rebaudengo (tradotto anche per gli olivettiani nel mondo)
[14] N.Osella Op.cit. p.15
[15] Benedetto Cotrugli Libro de l’arte della mercatura, a cura di V,Ribaudo, premessa di T.Zanato, ed.Ca Foscari/Italianistica 4 (scaricabile)
[16] Fra i primi progettisti e docenti Pietro Gennaro, Delfino Insolera, Paolo Braccialarghe, Antonio Carbonaro, Alessandro Pizzorno, Aldo Carotenuto (poi diventati docenti universitari) e altri fino all’ultima fase del Cisv con la Direzione di Giovanni Maggio, del progettista Mario Torta e altri
[17] Giuliana Gemelli ‘Un esperimento in vitro: l’IPSOA di Torino (1952-1965) in Il regno di Proteo. Ingegneria e scienze umane nel percorso di Adriano Olivetti, Bononia University Press 2014. É citato Guido Corbellini per una lettera ad Adriano Olivetti 31marzo 1952 ‘convinto sostenitore della necessità di incrementare la formazione degli ingegneri non solo con materie gestionali ma sociologiche-umanistiche’ (Archivi A. Chiappi)
[18] N.Osella Op. cit foto a p.104. In questa foto è presente il dottor Sergio Nanni, di fianco al dr. Galassi, che fu direttore della Filiale Olivetti di Bologna e con il quale iniziano una serie di innovazioni commerciali create dal futuro direttore di filiale Gianni Mandrioli.
[19] Il catalogo della mostra Giorgio Morandi- Milton Glaser, organizzata dalla Olivetti alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1989.Nella mostra sono presentate le opere dei due artisti il cui primo incontro avvenne all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1951. Per Olivetti Glaser ha realizzato manifesti, grafiche e le illustrazioni per uno dei famosi libri strenna.
[20] https://olivettiana.it/convegno-olivetti-in-me-non-ce-che-futuro/
[21] Mario Torta in Uomini e lavoro alla Olivetti. A cura di Francesco Novara, Renato Rozzi e Roberta Garruccio postfazione di Giulio Sapelli, Bruno Mondadori 2005, p.535
[22] Giovanni Maggio in Uomini e lavoro in Olivetti op.cit. p.508
[23] Nicola Colangelo in Uomini e lavoro in Olivetti op.cit p.486-487
[24] N.Osella, op.cit p.169/170
Galileo Dallolio (1940), in Olivetti dal 1960 al 1991 nei settori : vendite,marketing, selezione, gestione, formazione del personale. Laureato in Sociologia, pubblicista su temi storico-scientifici, diploma di Stella al Merito del Lavoro rilasciato dal Presidente Ciampi, è stato direttore editoriale di FOR, trimestrale dei formatori italiani di AIF, è vicepresidente e cofondatore dell’Associazione Olivettiana APS. Dal 1991 al 2012 è stato libero professionista nel settore della formazione.