La Nasa ha utilizzato computer Made in Italy per calcolare le orbite dei viaggi spaziali, compresa la missione dell’Apollo 11 che ha portato l’uomo sulla Luna. Il computer era il P101 della Olivetti, il primo personal computer della storia, che venne realizzato da una squadra di cui faceva parte anche un vicentino, Gastone Garziera. Nato a Sandrigo nel 1942, Garziera oggi vive a Ivrea, dove arrivò a 19 anni, nel 1961.
«Ricordo che il P101 venne presentato a New York nel 1965 con una convention, come quelle rese famose dalla Apple – racconta Garziera -. Per dare una dimostrazione della macchina, venne caricato un programma per calcolare le orbite di un satellite. Quello che mi raccontò il responsabile marketing della Olivetti è che in sala c’erano dei tecnici della Nasa e che quando videro la presentazione ordinarono subito una quarantina di macchine».
Nella foto, un tecnico Nasa mentre utilizza il P101. Sulla scrivania si nota il “Manuale del volo lunare”.
A Ivrea, nel museo “Tecnologic@mente” dedicato alla storia della Olivetti, ci sono tre gigantografie che mostrano il P101 sulle scrivanie dei tecnici Nasa intenti a preparare la missione Apollo 11. «Le immagini ci mostrano tre computer, due erano addirittura una sorta di prototipi “pre serie” necessari a preparare l’avviamento delle macchine vere e proprie che sarebbero state prodotte in serie – spiega Garziera -. Questo dimostra quanta fretta avesser gli americani di fare calcoli necessari per arrivare sulla Luna: i russi li stavano battendo e il computer Ibm che utilizzavano dava qualche problema. È la storia raccontata nel film “Il coraggio di contare”».
La Nasa arrivo a realizzare con il P101 programmi “ad hoc” per il calcolo delle orbite e del volo spaziale. «Il museo di Ivrea, recentemente, è venuto in possesso di un libretto realizzato dalla Nasa in cui sono trascritti questi programmi – spiega Garziera -. D’altronde il P101 permetteva di fare questo, era un prodotto rivoluzionario. Il suo utilizzo era flessibile, la macchina no occupava un’intera stanza come i computer di allora ma poteva stare su una scrivania e utilizzato da chiunque, non da pochi addetti ai lavori».
I contatti di Garziera con la Olivetti avvennero quando era ancora uno studente dell’Itis Rossi di Vicenza. «Il direttore del personale dell’azienda venne ad incontrare alcuni studenti, segnalati dalla direzione della scuola, tra questi c’ero anch’io – ricorda Garziera -. Finita la scuola mi arrivò la lettera della Olivetti che mi offriva un posto. Accettai subito».
A chi di competenza la macchina non si chiamava il P 101 ma LA P 101
corretto, per esteso La Programma 101.
Credere oggi che si sia potuti andare sulla luna portandoci esseri viventi , avendo come strumento di calcolo un’Olivetti 101 e come linee guida il “Manuale del volo lunare”, è semplicemente una barzelletta. Cinquant’anni fa si ignoravano le difficoltà reali di un’impresa del genere ( si sapeva a malapena cos’era un microchip) e possiamo anche credere che manipolati da propaganda e ideologia si fosse creduto veramente che le conoscenze scientifiche dell’epoca fossero sufficienti a realizzare un simile “sogno”, ma insistere oggi con le conoscenze attuali e con quanto poi realmente avvenuto nei cinquant’anni seguenti che sia veramente avvenuto l’allunaggio Apollo 8 e solo infantilismo. In questi ultimi cinquan’anni anche i bambini non credono più a Babbo Natale o alla Befana.
I
Prima di tutto ad allunare è stato Apollo 11, non Apollo 8.
E la cosa più infantile e pensare che non sia mai avvenuto, ci sono letteralente tonnellate di materiali, fotografie, manuali, ecc. Ci hanno lavorato decine di migliaia di persone, con una ricerca seria tutte le informazioni sono perfettamente coerenti.
Ma pochi strilloni pensano che soltanto perché loro non hanno le conoscenze che hanno portato l’uomo sulla Luna, non ci sia mai arrivato.