L’eredità di Michele La Rosa
Tra Sociologia del Lavoro,
Comunità e Impegno Sociale
Lunedì, 7 Ottobre
Auditorium Enzo Biagi
Salaborsa, Piazza del Nettuno 3
Bologna
direttore dei Centri Comunitari di San Giovanni in Fiore e di Napoli Secondigliano; in Olivetti si è occupato di gestione e di formazione del personale; dirigente della formazione quadri e dirigenti delle Cooperative di Consumatori aderenti alla Lega Nazionale delle Cooperative; direttore delpersonale e dell’organizzazione di CISA spa; Vice Direttore Generale di SITE spa; Direttore Generale di META spa e della Fondazione Aldini Valeriani.
L’eredità di Michele La Rosa
Tra Sociologia del Lavoro,
Comunità e Impegno Sociale
Lunedì, 7 Ottobre
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Per chi è transitato in Olivetti, senza poter contribuire ad adeguare la cultura d’impresa a cambiamenti indotti dall’innovazione tecnologica, come quella che procede baldanzosa con il Tecnopolo di Bologna, da un convegno come questo dovrebbe emergere il bisogno di una sociologia in grado di dialogare, alla pari, con l’ingegneria informatica.
Hai ragione Luigi, tuttavia non si è trattato di un convegno ma, a distanza di un anno dalla scomparsa di Michele La Rosa, di un incontro tra rappresentanti di Enti e amici che l’hanno conosciuto o collaborato con lui, per ricordarlo. Peraltro è vero che la sociologia del lavoro e l’ingegneria informatica hanno spesso difficoltà a dialogare.
Grazie Paolo. Ho frainteso. Sulla difficoltà a dialogare spero sempre in qualche evento miracolistico.
Ricordo di Michele La Rosa, sociologo del lavoro.
Sala borsa, Palazzo d’Accursio. Bologna 7 ottobre 2024
Sintesi dell’intervento di Paolo Rebaudengo
Ringraziamenti: Chiara Pazzaglia, presidente Acli, promotrice dell’incontro; Daniela Cevenini, presidente AIF- Associazione Italiana Formatori. Romano Prodi, che con Flavia Franzoni, ha avuto un rapporto di amicizia e affetto con Michele.
Francesca Graziina, dirigente della FrancoAngeli, la casa editrice presso la quale Michele fondò la collana di sociologia del lavoro e la rivista sociologia del lavoro.
L’ultimo volume della collana è intitolato Il “Modello” Olivetti – Passato, presente. E futuro? A cura di Michele La Rosa, con la presentazione di Flavia Franzoni e Romano Prodi. Scritti di Antonio Cocozza, Galileo Dallolio, Giorgio Gosetti, Michele La Rosa, Carlo Monti, Emanuela Proietti, Paolo Rebaudengo, Chiara Ricciardelli, oggi tutti presenti per ricordare Michele.
Venne presentato, grazie a Chiara, l’8 maggio 2023 nella sala delle Acli di Bologna con tutti gli autori, Michele a distanza da casa, il suo stato di salute non era tornato quello che aveva sperato. Degli autori, Galileo Dallolio, Emanuela Proietti, Chiara Ricciardelli fanno parte dell’Associazione Olivettiana, tutte autrici di diversi testi sulla storia e sulle realizzazioni di Adriano Olivetti e dell’impresa fondata da Camillo.
Lo scritto di Michele La Rosa, a quattro mani con Giorgio Gosetti, ripercorre la storia della sociologia del lavoro italiana e l’esperienza olivettiana che ebbe un ruolo fondante di parte della sociologia del lavoro italiana, compresa quella accademica; grazie ad Antonio Carbonaro, Giovanna Gervasio, Franco Ferrarotti, Luciano Gallino, Federico Butera. L’impresa – secondo Olivetti – deve operare come agente di sviluppo della comunità locale, dunque con riguardo al territorio in cui opera.
In precedenza, nel 2004, FrancoAngeli aveva pubblicato Storia e storie delle risorse umane in Olivetti, a cura di Michele La Rosa, Chiara Ricciardelli e Paolo Rebaudengo. Tra gli autori con lunghe esperienze in Olivetti, il più conosciuto a Bologna è forse Gian Carlo Vaccari, ingegnere: dopo aver fatto parte del gruppo di progetto guidato da Mario Tchou che realizzò nel 1959 il primo elaboratore elettronico italiano, l’Elea 9003 Olivetti, passò alla General Electric che aveva acquisito la Divisione Elettronica Olivetti e infine si trasferì a Bologna per guidare da Presidente e Amministratore Delegato il Gruppo Sasib dal 1982 al 1997. Fu anche Presidente della Fondazione Aldini Valeriani.
Nell’introduzione al volume Michele La Rosa scrive: “tutte le esperienze che noi viviamo (sociali, professionali, personali, famigliari) entrano a far parte di noi… al punto da modificare la nostra personalità e arricchirla o inaridirla… Il lavoro rappresenta un’esperienza importantissima nella vita di ogni essere umano; le conoscenze che acquisiamo, l’ambiente in cui lavoriamo, le relazioni, il clima che respiriamo, tutto concorre alla crescita della persona …Gli olivettiani [hanno] saputo raccogliere i principi che vi sottintendevano e fatti propri, per poi tramandarli ad altri, in altri contesti e situazioni. Insegnando e imparando valori e principi si crea una società migliore; sensibilizzando l’anima all’attenzione per il bello…con un richiamo spiccato all’amore più totale per il lavoro, la cultura, la società, si crea una comunità di persone.
Michele ha anche avuto il merito di tenere a battesimo l’associazione Olivettiana, allorché, nel 2001, in Aula Poeti, a Palazzo Hercolani dell’Università di Bologna, in occasione di un Convegno sulla formazione nelle imprese, incontrò Laura Olivetti, la prof. Giuliana Gemelli, docente di storia delle istituzioni culturali e scientifiche nell’Ateneo bolognese, Giovanni Maggio, direttore del CISV – Centro Istruzione e Sviluppo Vendite Olivetti – la prima business school italiana, formatori dell’AIF associazione dei formatori presieduta da Galileo Dallolio, Chiara Ricciardelli, laureata con Michele con una tesi di laurea sulla Olivetti, da cui ne trasse un libro.
Oggi Olivettiana collabora con l’Università di Firenze sul tema dell’ingegnere umanista come lo è stato Adriano Olivetti.