Omaggio a Osip Mandel’štam, poeta e lettore di Dante
Connessione con una personale vicenda olivettiana
Chi nel 1960 , ventenne diplomato e proveniente dai paesi, veniva assunto in una Filiale Olivetti, scopriva insieme al lavoro, la vita della città.
Sorprende ancora, ed è motivo di studio da parte in Olivettiana.it, capire come sia stato possibile che la prima formazione al Cisv, la scuola Olivetti di Firenze, prima in Europa dedicata al futuro management olivettiano, e la formazione permanente in Filiale, abbia fatto in modo che questo tipo di persone (ventenni diplomati) , sia stata in grado di vendere a ingegneri , architetti, commercialisti.. calcolatrici da 325.000 lire o 485.000 (pari a molti stipendi di impiegati) o macchine per scrivere elettriche da 250.000 lire ad avvocati e notai e nel giro di alcuni anni abbia potuto affrontare nuovi lavori in altre Filiali o nelle funzioni di staff di Via Clerici, a Milano.
Su un piano completamente diverso, sorprendeva anche l’autorizzazione da parte della Direzione della Filiale (Bologna, Pavia ecc.) concessa di buon grado ad un libraio che ogni mese allestiva dalle 13 alle 14 un piccolo banchetto di libri, acquistabili a rate.
Nei paesi i libri si vedevano nelle biblioteche (luoghi pregiati per studiare in d’inverno) ...
di Roberto Lesa
Vorrei condividere con coloro che avranno la bontà di leggermi il ricordo del mio amico Gianni Geronimi.
L’ho conosciuto nei primissimi anni ’80 a Piacenza dove era stato inviato per dirigere la Scuola Stac, struttura nell’ambito della quale coordinavo il gruppo di docenti che operavano sui terminali bancari e sulle reti di trasmissione dati.
Lo Stac – Servizio Tecnico Assistenza Clienti – era l’organizzazione che garantiva l’installazione e l’assistenza post-vendita hardware e software dei prodotti venduti dalle Filiali Commerciali. Erede di quel primo nucleo istituito già nel 1922 dall’Ing. Camillo Olivetti, era una struttura distribuita in maniera capillare su tutto il territorio nazionale; presente praticamente in ciascun capoluogo di provincia con propri tecnici diretti e nei centri minori attraverso una rete di Concessionari, operava in stretta sinergia con i colleghi commerciali con l’obiettivo di garantire un servizio rapido e di qualità volto alla soddisfazione e alla fidelizzazione dei clienti.
La Scuola operava dal 1967 allorquando la Olivetti aveva deciso di far nascere un polo di formazione tecnica per la Divisione Italia alleggerendo così la sede di Ivrea che formava i tecnici di tutte le Consociate.
Addestrava sia il personale tecnico della Rete Diretta sia quello dei Concessionari e, fra la sede centrale di Piacenza e quella decentrata di Brescia, erogava all’epoca oltre ...
Olivettiana.it insieme alla Fondazione Cirulli – Vittoria, Sonia e Massimo- e alla Fondazione Adriano Olivetti hanno condiviso il progetto e l’organizzazione del Seminario di formazione dedicato alla Pubblicità e al Design alla Olivetti, svolto il 31 maggio 2017 presso la Fondazione Cirulli di San Lazzaro di Savena.
Oggi, nella triste circostanza della scomparsa di Nicola , padre di Massimo, i colleghi che l’hanno conosciuto e l’Associazione Olivettiana.it sono particolarmente vicini alla famiglia Cirulli.
Ricordo di Nicola Cirulli
Nicola (Lino) Cirulli è stato un collega di lavoro al quale tutti hanno voluto bene.
Entrò nella Filiale Olivetti di Bologna, in Via Marconi 9, dopo avere svolto ruoli di responsabilità commerciale in Everest, azienda produttrice di macchine per ufficio, che è entrata a far parte del gruppo Olivetti nei primi anni sessanta.
Colpiva il suo modo di essere: mite, sereno, professionale e tenace. Tra i più giovani colleghi, qualcuno sorrideva bonariamente del suo frequente parlare della propria
famiglia, citata con orgoglio e con misura.
Quando, anni dopo, Lino incontrava colleghi che stavano lavorando in altre sedi Olivetti ( Milano, Ivrea o altre Filiali), parlava delle professioni e delle attività dei
propri figli, tra le quali una mostra di immagini del mondo del cinema, organizzata a Bologna da suo figlio Massimo.
Lino era giustamente orgoglioso di avere trasmesso loro la passione per ...
Estratto dall’intervento di G.C.Giovanni Maggio al convegno
“OLIVETTI comunicazione, stile, design, architettura”
del 20 maggio 2016 a Bologna.
Nella definizione dell’area comunicazione d’impresa si corre spesso il rischio d’identificare la comunicazione visiva dell’impresa con la sua comunicazione complessiva.
Il fenomeno si riscontra soprattutto nel confondere l’advertising con la comunicazione d’impresa.
Il logo del seminario, che riprende la copertina di Process Design attraverso le componenti che rappresentano i settori della comunicazione visiva della Olivetti può indurre in questo errore.
La comunicazione visiva o visibile, da alcuni definita non correttamente corporate identity ,
è la parte emergente, come in un iceberg, della comunicazione complessiva, della cultura della Olivetti.
E’ questa lo strumento e la base che sostiene e che genera i manufatti che vediamo che ne sono la proiezione e l’espressione coerente. Es. Le specifiche cultuali “ideologiche-adrianee” nella committenza agli architetti.
Non è possibile disegnare un modello della comunicazione complessiva Olivetti.
Nè sono utilizzabili griglie e strutture desumibili dalla manualistica sulla comunicazione d’impresa.
La Olivetti di Adriano è tutta una macchina comunicazionale, è comunicazione olistica espressione, strumento e pratica rilevante della sua cultura.
La struttura orizzontale, le responsabilità distribuite e delegate, le originali funzionidel personale come magistratura del personale,ed espresse particolarmente nella selezione, nella gestione, nella formazione, nelle relazioni sindacali, sono alcuni elementi della ...
Estratto dall’intervento di Mario Piccinini al convegno “OLIVETTI comunicazione, stile, design, architettura“del 20 maggio 2016 a Bologna.
Lo scopo del seminario è di mettere in luce gli aspetti relativi alla “comunicazione” ed allo “stile Olivetti”.
La “comunicazione” generale di impresa, riguarda tutte le forme della “comunicazione organizzativa”, interne alla azienda quali i processi formativi, i rapporti con il personale e con le filiali; riguarda inoltre “la comunicazione esterna” che tratta invece della immagine coordinata della azienda, propria della grafica, della pubblicità, del design e dell’architettura.
Lo “stile Olivetti rientra a pieno titolo in quest’ultima categoria.
“Stile Olivetti”
Questa espressione veniva usata a metà degli anni ’50 per definire l’immagine dell’azienda. Nel volume “Olivetti 1908-1958” edito nel 1958 per il cinquantenario della fondazione il letterato Franco Fortini, nella sezione del volume “Disegno industriale e pubblicità,” evidenziava l’uso ormai corrente della espressione “stile Olivetti”.
Leggi l’intero articolo:
Di Galileo Dallolio
Originalità del linguaggio tecnico-commerciale Olivetti nel dialogo con i clienti
Abstract –
La forma e il contenuto del linguaggio del personale tecnico e commerciale usato per parlare ai clienti a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta ha avuto tratti di originalità che possono essere ancora oggi studiati con profitto da chi gestisce reti commerciali .
In quegli anni1, per una scelta coraggiosa e in controtendenza , dato il momento critico che stava attraversano l’azienda e che poteva giustificare una riduzione di personale, le filiali , cioè le sedi in Italia della Olivetti, crescono a 30 unità , vengono assunti centinaia di venditori e i Concessionari Olivetti sono 235.
Aggiungo un fatto importante . I direttori di filiale, il management della Direzione commerciale di Milano (sorta nel 1955) , i concessionari, per lo più ex dipendenti hanno in gran parte incontrato e ascoltato Adriano Olivetti.
Sono convinto che se avessimo la traccia del discorso rivolto ai 350 venditori al primo convegno nazionale Olivetti di tutte le forze di vendita che si svolse a Bologna nel 1953 avremo molte informazioni su quello che sarebbe poi stato il sistema delle filiali (che arrivarono a 100) , delle Concessioni in Italia(oltre 1000).
Ugo Galassi ...
Estratto dall’intervento di Emilio Renzi al convegno “OLIVETTI comunicazione, stile, design, architettura“del 20 maggio 2016 a Bologna.
Abstract
La scrittura dei testi pubblicitari e redazionali Olivetti è sempre stata contraddistinta da sobrietà, precisione, brio inventivo. È stata curata da intellettuali di vaglio nazionale: poeti come Leonardo Sinisgalli, Franco Fortini, Giovanni Giudici. Fianco a fianco con i grandi designer che hanno resa famosa la Olivetti. Scrittura Olivetti come parte integrante dell’unico processo della “comunicazione Olivetti”.
«Dobbiamo fare bene le cose e farle sapere, diceva l’’ingegner Adriano’, com’era chiamato in azienda»
Sono parole di Giovanni Giudici, uno dei maggiori poeti italiani del secondo Novecento, copywriter alla Olivetti per un quarto di secolo. Copywriter: autore di testi pubblicitari, dai più normali ossia i testi redazionali, ai più impegnativi e significativi, i più «difficili»: quelli in cui una campagna pubblicitaria condensa in sé un prodotto, un’iniziativa; conduce gli uni e le altre sul mercato, nel confronto con la concorrenza, nella persuasione.
Tutti i copywriters della Olivetti, da prima della guerra sino alla fine degli anni Ottanta, sono stati intellettuali di valore; ma prima di esaminarli, brevemente per forza di cose, è bene precisare un fatto importante. Nessuno di loro entrò alla Olivetti come «aedo del Principe», cantore delle gesta sue ...
Estratto dall’intervento di Paolo Rebaudengo al convegno “OLIVETTI comunicazione, stile, design, architettura“del 20 maggio 2016 a Bologna.
Comunicazione non è solo quella formale, pensata e realizzata per la pubblicità, la grafica, il design; un messaggio è presente in ogni manifestazione dell’agire di un’organizzazione, attraverso le sue attività e realizzazioni, specie nel territorio in cui opera.
Adriano amava comunicare, specialmente con i lavoratori della sua impresa. Le occasioni erano le più diverse, da quelle ricorrenti come la vigilia delle feste natalizie, a quelle straordinarie, come l’inaugurazione di un nuovo stabilimento.
Non erano mai discorsi di circostanza, esprimeva i suoi pensieri sui temi che più lo premevano. L’industria e le persone: i problemi del lavoro, i temi urbanistici, sociali ed economici. Affronta anche i problemi nazionali, che vanno risolti con approccio locale e nazionale. Guarda sempre al futuro, ma sono fondamentali le radici storiche, sociali e spirituali e non dimentica mai di citare il padre.
Nel pensiero di A. al centro vi è l’Industria e intorno il bacino territoriale.
La Fabbrica è luogo di lavoro, produzione e creazione di ricchezza; di espressione delle intelligenze, formazione, ricerca; di soddisfazione e sviluppo professionale, pensiero, fatica; fonte di reddito a garanzia della dignità e libertà per sé e per ...
Avvenne che un direttore centrale intuisse l’importanza di far conoscere la nascente tecnologia del word processing ad uno studioso di tale portata.
Per combinazione (che in tempi successivi avrei chiamato per ‘serendipity’), durante un mio settimanale viaggio in treno da e per Milano , incontrai il Professor Eco, particolarmente celebre in quei giorni per lo straordinario successo del suo romanzo ‘Il nome della rosa’.
Traccia di quell’incontro in treno è in un articolo che mi fu letto per telefono con emozione da un amico veneto e che riportava l’inizio di una sua conferenza d’apertura del Futurshow di Bologna. “La mia personale storia con il computer ha inizio nell’83 sulla linea ferroviaria Milano-Bologna. Incontro l’amico Dallolio, dell’Olivetti, che mi dice: uno come lei dovrebbe scrivere al computer. Lo voglio dire perché così poniamo fine alla diceria secondo la quale avrei scritto Il nome della rosa al computer. No, il libro era uscito tre anni prima’(La Repubblica 13 aprile 1996).
Fu una congiuntura di eventi benefici e straordinari. L’occasione di contribuire alla preparazione di un’esperienza formativa rivolta a Eco ed ai suoi collaboratori, fu di grande interesse.
Con puntualità e diligenza, in una stanza di Via Guerrazzi, al Dams, su alcune M24, un gruppo di docenti e di assistenti, con Umberto Eco in prima fila, apprese i fondamenti dei linguaggi ...