Venerdì 5 e sabato 6 maggio 2017
con il sostegno di
TOYOTA Material Handling (Bologna)
con il contributo di
S.A.C. – Aeroporto di Catania
Fondazione di Comunità (Messina)
in collaborazione con
Fondazione Adriano Olivetti
con il patrocinio di
Università di Messina
Università di Catania
Università Kore di Enna
Università di Palermo
Lions Club International – Distretto 108YB / Sicilia
partner scientifico
Business System Laboratory (Palermo)
SATTVA FILMS productions & school
presenta
FOCUS: ADRIANO OLIVETTI (IV° edizione)
a cura di Michele Fasano
«Non abbiamo dato la preferenza, nella nostra costruzione,
né alla libertà, né all’autorità; né alla maggioranza, né all’unanimità;
né al lavoro, né alla cultura; né all’accentramento, né al decentramento; né
all’esperienza, né al valore; né al particolare, né all’universale; né alla sintesi,
né all’analisi; né alla nazione, né all’individuo; né alla teoria, né alla pratica;
né al territorio, né alla funzione; né alla politica, né alla competenza; ma
accettammo ognuno di questi elementi nel suo valore e nelle sue proporzioni
onde ognuno di questi portasse ad armonia»
Adriano Olivetti
Vedi tutte le informazioni su: https://focusadrianoolivetti.wordpress.com/focus-2017/about/
PRESENTAZIONE
di Michele Fasano
Nelle discussioni di questi anni, tenutesi durante il Focus: Adriano Olivetti tra Bologna, Bari e Milano, è emerso come un’episteme differente informasse il modello olivettiano, ragione per cui esso risultò addirittura «non pervenuto» al paradigma riduzionista e gerarchico che intendeva criticare allora le azioni di Adriano Olivetti e che informa tuttora il pensiero contemporaneo, prima ancora che la struttura delle organizzazioni complesse umane che ne derivano.
Il modello olivettiano è d’impianto spirituale nella misura in cui l’attenzione in esso è posta fondamentalmente alla gestione attiva della complessità facendo leva sulla «conoscenza»: su come essa si determina, su come essa agisce e sul modo in cui essa principalmente informa le azioni, le strategie, mission e vision dell’impresa (così come di tutte le organizzazioni umane complesse che possano prenderne l’esempio, fino alla stessa organizzazione dello Stato). Non si tratta di “privatizzare” le istituzioni (meno che mai il welfare), né d’altra parte di “socializzare” i mezzi di produzione, ma di mutare paradigma per «socializzare» sia le conoscenze che «le condizioni strutturali» che ne permettono il sorgere e la libera circolazione, rigenerativa del tessuto ecologico-sociale, effettivamente innovativa, ma in una «continuità di senso» vitale, auto-consistente.
La precomprensione fondamentale era che la conoscenza sorgesse dal basso, emergesse da un brodo di coltura di sinergie orizzontali, che lievitano e germogliano come rampicanti, per giungere a sintesi apicali trans-disciplinari, negoziate in esperienze condivise, imprevedibili a priori (cioè per via teorica/astratta, fatalmente gerarchica e di parte). Come gestire una conoscenza così concepita? Come conciliare «l’emergentismo del sapere», l’indeterminismo e la «non predittivività dell’innovazione» che ne consegue, con l’esigenza operativa de «l’organizzazione scientifica del lavoro»? Eminentemente pragmatica e gerarchica? per cui il sapere non esprime il suo servizio se calato dall’alto? né tuttavia l’organizzazione è efficace se disordinata? attraversata da un’eterogenesi di fini impliciti, non coordinati, non focalizzati verso uno scopo condiviso? Come spesso accade per le questioni del «paradosso» olivettiano, «l’ossimoro» aiuta a mettere almeno in «figura» quel che il «discorso dominante» non sa proferire, restando afasico, incapace di parola a riguardo, se non prima ancora addirittura incapace di percepirne la realtà e la differenza, chiuso nel pattern del proprio schema mentale arcaico.
Un’organizzazione/anarchica era la realtà olivettiana. Non per scelta terminologica di sapore ideologico si sceglie tale dicitura, ma per la presa d’atto obiettiva delle reali dinamiche dello «spirito umano al lavoro», scevro già a monte da pregiudizi condizionanti, in cui le ideologie non dovevano essere né in lotta, né negate (nel mito della loro fine), ma utilizzate per quello che sono: strumenti distinti (con il loro portato di interessi di parte diversi) che devono interagire, dialogare (non lottare)… ma in situazione, in relazione a un valore «terzo» concreto, esplicito: la comunità. Una “dialogica / dialogante” e non meramente procedurale e ipocrita.
Qui la lotta tra conservazione e progresso per Adriano Olivetti e i suoi sodali, una lotta tra mentalità «dialettica» (di destra o di sinistra, ma comunque e di certo conflittuale e astratta), e disposizione «dialogica» (quale “terza via”), che si esprime prima di tutto sul piano «cognitivo», nelle sue declinazioni emergentiste, dunque organizzative, sociali, politiche, spaziali e territoriali concrete.
Qui anche il segreto degli enormi margini di profitto dell’impresa Olivetti di Adriano, nel paradosso cognitivo attuale che decentrare il «target profitto» creasse le migliori condizioni per una sua crescita esponenziale, proprio partendo da «Centralità della Persona Umana e cura del suo territorio». Per «l’impresa/cellula vitale» dell’organismo ecologico-sociale, al contrario di quanto vorrebbe il senso comune, tale «paradigma» si rivela «volano» di innovazione, di esaltazione delle proprie capacità distintive, di produttività, di competitività, piuttosto che oggetto di «rimozione», le cui aspre conseguenze si pretende di scaricare all’esterno del fortino della «impresa/metastasi», della «impresa/predatrice».
A Messina continuerà la riflessione avviata in tale solco (che diviene immediatamente politica, economica, sociale, persino poetica a tratti), a partire da esperienze di imprese reali (micro, piccole, medie e grandi) che operano per riconnettere un tessuto di responsabilità ecologico-sociale vera. Racconteremo e discuteremo di esperienze di uomini e donne che hanno assunto di nuovo il senso di appartenenza a un territorio concreto, tramite il quale accedono ad una nuova Cosmologia, ad un nuovo Umanesimo, fondati su una nuova consapevolezza di relazioni vitali sottili, finalmente visibili, che ci uniscono tutti in una «comunità di destino».
Programma 2017
UMANESIMO CONCRETO
ovvero… della gestione attiva della complessità
VENERDÌ 5 MAGGIO
ORE 9.30
saluti:
RENATO ACCORINTI (Sindaco di Messina)
TOMMASO MARINO (Presidente Fondazione Horcynus Orca – Messina)
MAURIZIO MAZZIERI (Toyota Material Handling – Bologna)
CINZIA BIANCONI (Presidente Fondazione Adriano Olivetti)
ORE 10.00
Introduzione alle TAVOLE ROTONDE:
COMUNITÁ CONCRETA / COMUNITÁ DI DESTINO /
COMUNITÁ COGNITIVA: UN PARADIGMA ALTERNATIVO
modera:
MICHELE FASANO (Curatore / Sattva Films srl – Bologna)
relatori:
GIUSEPPE GEMBILLO (Università di Messina)
GAETANO GIUNTA (Segretario Generale Fondazione di Comunità – Messina)
EDGAR MORIN (Institut des Sciences de la Comunication – CNRS Paris Sorbonne)
LUIGI SERTORIO (Accademia Gioenia di Scienze Naturali – Catania)
ORE 11.30
TAVOLE ROTONDE
1. “MODELLO OLIVETTI” E “TOYOTA WAY” A CONFRONTO
modera:
BRUNO LAMBORGHINI (Associazione Prometeia)
relatori:
MAURIZIO MAZZIERI (Toyota Material Handling – Bologna)
GIOVANNI TRUANT (già Amministratore Delegato Olivetti Tecnoproduzioni)
STEFANO ZAMAGNI (Università di Bologna)
ORE 14.00 – PAUSA / LIGHT LUNCH
ORE 15.30
TAVOLE ROTONDE
2. LA RICERCA DELL’ARMONIA:
RETE, FILIERA, PERSONA, TERRITORIO, COMUNITÁ
modera:
DAVIDE BIOLGHINI (Rete Economia Solidale – Milano)
relatori:
PAOLO CIARIMBOLI (Coop. La Terra e il Cielo – Arcevia/Ancona)
MAURIZIO GRITTA (Coop. Agricola Iris Bio – Calvatone/Cremona)
RICCARDO DAMIANO (Damiano srl – Capo d’Orlando/Messina)
DOMENICO SERRENTI (Coop. Birrificio Messina)
ORE 20.00 – CENA SOCIALE
SABATO 6 MAGGIO
ORE 10.00
TAVOLE ROTONDE
3. RIVOLUZIONE 4.0, RESHORING
E CENTRALITÁ DELLA PERSONA
modera:
GIORGIO PRODI (Università di Ferrara)
relatori:
GIOVANNI ARLETTI (Chimar spa – Carpi / Modena)
STEFANO CORTIGLIONI (Toyota Material Handling – Bologna)
MARCO VITALE (Vitale – Novello&Co. / Fondazione Adriano Olivetti)
ORE 12.30 – PAUSA / LIGHT LUNCH
ORE 14.30
TAVOLE ROTONDE
4. LAMPI DI RINASCIMENTO SICILIANO
modera:
GAETANO GIUNTA (Segretario Generale Fondazione di Comunità – Messina)
relatori:
GIUSI BELLUOMO (Rete di Legalità di Aziende Confiscate alla Mafia)
PUCCI GIUFFRIDA (Azienda Agricola Al Cantara – Randazzo / Catania)
SERGIO MAGNANTI (Coop. Cesame Sanitari – Catania)
SALVATORE POLITI (Solidarity and Energy – Messina)
MUNI SIGONA (La casa di Toti – Modica – Ragusa)
ORE 20.00 – CENA SOCIALE
DISCUSSANT:
Vito Albino (Politecnico di Bari); Daniela Baglieri (Università di Messina); Gian Guido Balandi (Università di Ferrara); Beniamino De’ Liguori Carino (Fondazione Adriano Olivetti – Roma); Lidia Di Vece (Economia del Bene Comune – Italia); Gandolfo Dominici (Università di Palermo); Michele Dorigatti (Scuola Economia Civile – Firenze); Rosario Faraci (Università di Catania); Vincenzo Fasone (Università Kore di Enna); Francesco Gaeta (MBS Consultig – Milano); Annalisa Galardi (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano / Fondazione Adriano Olivetti); Franco Garufi (Associazione Epifanio La Porta – Cgil Sicilia); Roberto Li Calzi (Le Galline Felici – Catania); Alberto Magnaghi (Università di Firenze / Società dei Territorialisti); Stefano Musso (Università di Torino); Ferruccio Nilia (Rete Economia Solidale – Pordenone); Fabrizia Paloscia (Olomanager – Firenze); Alberto Peretti (Genius Faber – Lavoro Italiano – Torino); Tonino Perna (Università di Messina); Fabio Poles (Scuola Economia Civile – Firenze); Erika Renda (Ricercatrice indipendente); Marco Antonio Ruisi (Università di Palermo); Chiara Vesce (Economia del Bene Comune e Rete Economia Solidale – Italia).