La salvezza nell’Arca di Noè, di Mauro Casadio Farolfi, Bacchilega editore, 2024

Paolo Santarcangeli, ebreo fiumano ricercato dai fascisti, si rifugiò durante l‘ultima guerra mondiale nella Chiesa del Carmine di Imola. Lavorò alla Olivetti dal 1953 al 1961.

Il libro prende lo spunto dalla pubblicazione “Il Carmine di Imola in tempo di guerra” scritto da Paolo Schweitzer, edito dalla Galeati di Imola nel 1945, e ritrovato da Mauro Casadio Farolfi presso il Centro Documentazione sulla Resistenza di Imola. Un testo breve ma suggestivo, che narra i suoi giorni da rifugiato nella Chiesa del Carmine dal novembre ‘43 fino alla Liberazione della città avvenuta il 14 aprile 1945 ma soprattutto per ringraziare il sacerdote Don Giulio Minardi.

Paolo Schweitzer nacque a Fiume nel 1909 da una famiglia ebrea. Dopo la guerra, come molti altri ebrei, italianizzò il cognome e decise di chiamarsi Paolo Santarcangeli.

Nel 1943 con l’inasprirsi delle leggi razziali, inviso alla autorità cittadine per il suo essere profondamente antifascista Santarcangeli fu dapprima incarcerato a Fiume, poi a  Tortoreto, Perugia e infine a Trieste. Da qui riuscì a fuggire e con la madre si rifugiò a Firenzuola sulle colline tosco-romagnole. Ma quando arrivarono in forza le truppe tedesche un giovane prete gli indicò  di recarsi ad Imola  dove don Giulio Minardi un coraggioso sacerdote della Chiesa del Carmine aveva creato un rifugio nelle cantine per oltre 250 persone di varie nazionalità. Don Giulio chiamò quel mondo sotterraneo e variegato “Arca di Noè”, perché, oltre ai rifugiati nelle cantine, c’erano nelle soffitte una grande varietà di animali, indispensabili per il sostentamento a questa comunità, Santarcangeli rimase, insieme alla madre, nelle cantine del Carmine dalla fine del 1943 fino al giorno della Liberazione di Imola avvenuta il 14 aprile 1945.

Santarcangeli ricominciò la vita: ma a Fiume il governo di Tito aveva requisito la sua abitazione e rientrò esule in Italia e andò a Roma, dove insieme a Leo Valiani contribuì alla realizzazione della Costituzione italiana.

Dal 1953 ai primi mesi del ’61, lavorò presso la Olivetti e divenne il Direttore Generale della “divisione di contrattualistica internazionale “, utilizzando le sue competenze nel settore legale oltre alla conoscenza di ben cinque lingue. Mantenne la collaborazione per vari anni con l’impresa eporediese pubblicando numerosi saggi sulla rivista “Comunità”.

Alla Olivetti erano presenti con ruoli professionali importanti altri dirigenti d’origine ebrea quali Bruno Segre, Gino Levi Martinoli, Alberto Zevi, Renzo Fabris, Giovanni Enriques oltre allo psicoanalista junghiano Cesare Musatti (1897-1989), rifugiato all’Olivetti nel 1942, che creò all’interno dell’ Olivetti il Centro di psicologia del lavoro volta all’analisi ed assistenza ai problemi psicologici connessi all’attività lavorativa ed a selezionare il personale da assumere applicando test attitudinali.

Nel 1969 Paolo Santarcangeli costituì l’Istituto e la Cattedra di Lingua e Letteratura Ungherese presso l’Università di Torino dove operò fino alla morte avvenuta il 22 novembre 1995.

Don Giulio Minardi nacque il 24 aprile 1898 a Zagonara, nel lughese, da una famiglia di contadini. Oltre a vari incarichi nella sua lunga missione pastorale è ricordato in decine di riviste per la sua audacia e determinazione durante i sedici mesi vissuti nei sotterranei del Carmine coordinando oltre 250 rifugiati. Don Giulio si spense il 28 dicembre 1990.

Il libro scritto da Mauro Casadio Farolfi, Bacchilega  Editore, 2024 è il racconto di due grandi e differenti personalità: uno scrittore ebreo fiumano di fama internazionale  ed un sacerdote imolese che condivisero nella Chiesa del Carmine gli ultimi tragici mesi dell’ultima guerra, uniti dal rifiuto di piegarsi alla violenza fascista e nazista.   Don Minardi ebbe onorificenze dal Presidente della Repubblica Antonio Segni, dalla Provincia di Bologna, dal Comune di Imola, dall’Anpi di Imola e dalla Comunità israelitica di Fiume.

Ma don Giulio rifuggì sempre da pubblici riconoscimenti.

Il libro è stato presentato venerdì 19 aprile 2024 presso la Biblioteca di Imola e sono previsti incontri a Torino e Trieste.

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