Coordinatore del Sito Web di Olivettiana. Formatore, Direttore editoriale sino al 2013 di FOR , rivista dell’ AIF – Associazione Italiana Formatori, Maestro del Lavoro. In Olivetti dal 1960 al 1991 presso la Direzione Commerciale.

La Olivetti a Bologna: persone e attività, dal 1930 al 2001.

Galileo Dallolio, Vicepresidente di Olivettiana APS

PREMESSA

Il Festival “Dialoghi di Pandora Rivista”, svolto a Bologna e a Modena dal 5 al 16 ottobre 2022 col titolo Democrazia in crisi? Efficacia, fragilità, spiragli ha ospitato un incontro con l’autore del libro Adriano Olivetti, un italiano del Novecento, Paolo Bricco, insieme al cardinale Matteo Maria Zuppi e a Pierluigi Stefanini, Presidente di Unipolis – Gruppo Unipol e Presidente e portavoce di ASviS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.

La discussione sulle idee di Adriano Olivetti sulla destinazione del profitto aziendale al miglioramento della condizione umana, all’accrescimento dei valori etici e spirituali delle persone e della Comunità è stata al centro dell’incontro, al termine del quale l’attenzione si è brevemente spostata su relazioni, situazioni ed eventi collegati al territorio della Filiale bolognese della Olivetti.

Con questo articolo vorrei aggiungere alcune considerazioni sulla Olivetti a Bologna, in quanto testimone. In Olivetti, il lavoro commerciale praticato sul territorio aveva peculiarità che giustificano qualche approfondimento.

Concetto e ‘pratica’ del territorio in Olivetti

Nella cultura olivettiana il territorio aveva un ruolo importante, considerate anche le sensibilità culturali di Adriano Olivetti per l’architettura e l’urbanistica[1] (fu Presidente dal 1950 al 1960 dell’INU, Istituto Nazionale di Urbanistica). Di recente è uscito uno studio su ‘Adriano Olivetti e il territorio’[2], commentato in https://olivettiana.it/adriano-olivetti-e-il-territorio/ il territorio.

Dal territorio provenivano i lavoratori della Olivetti: i selezionatori cercavano di cogliere l’attitudine dei futuri dipendenti al rapporto con le persone, con la scuola e con il territorio.

Nel 1950 erano circa 6000 i lavoratori degli stabilimenti industriali di Ivrea, Pozzuoli, Massa Carrara e delle Filiali commerciali.

Con Adriano al timone si passa dalla dimensione locale alla dimensione internazionale che vede un grande sviluppo industriale: dai cinque stabilimenti produttivi del 1950 si passa a ventuno: undici in Italia e dieci all’estero. I dipendenti crebbero a 60.700 nel 1968, dei quali 27.400 in Italia e 33.300 all’estero’[3] che lavoravano nelle 29 Consociate estere.

Questo passaggio dalla dimensione territoriale italiana a quella mondiale ha ampliato gli orizzonti di chi lavorava in Olivetti. L’espressione ‘il mondo come proiezione e come casa’ (de Witt, citato in nota) significa che si diffondeva una curiosità, un interesse culturale e un ampliamento dell’immaginazione che diventava rapidamente, in particolare nell’area commerciale, un acceleratore di relazioni.

Novità e originalità della formazione commerciale in Olivetti

L’attività si svolgeva nella Scuola Olivetti di Firenze (Cisv: Centro istruzione specializzazione vendite): dal 1954 al 1963 furono formati ed assunti 5.200 venditori, dei quali erano rimasti al lavoro nel 1963 2.328 persone . Di questi 83 erano diventati direttori o dirigenti, 102 lavoravano all’estero, 934 erano venditori di base (‘zonisti’), 153 i quadri intermedi, 313 erano diventati specialisti in macchine contabili e 57 in macchine elettroniche. La prima formazione, per diplomati e laureati, si fondava sull’apprendimento del lavoro d’ufficio che si svolgeva in 10-15 ambienti (studi professionali di avvocato, ingegneri, artigiani, commercianti, piccole imprese ecc.) e delle applicazioni dei prodotti Olivetti adatti a quelle tipologie di uffici. Venivano poi dedicate lezioni all’argomentazione commerciale e alla negoziazione e ai modi più appropriati per incontrare le diverse tipologie di clienti. La pratica commerciale si imparava per affiancamento con un collega esperto, mentre la pienezza della vita economica e sociale che si svolgeva nella città si imparava sperimentando il linguaggio della relazione che necessita interesse e piacere di incontrare e confrontarsi con le persone.

Contemporaneamente si era informati attraverso il periodico aziendale Notizie Olivetti delle realizzazioni della Olivetti nel mondo. Chi intendeva approfondire, trovava argomenti da sviluppare con le persone con le quali entrava in contatto. In conclusione il venditore olivettiano si sentiva coinvolto nella vita della città ed esercitava con convinzione la professione dello specialista in strumenti elettromeccanici per scrivere e calcolare. Attraverso queste due parole che riguardavano comportamenti personali dell’interlocutore, praticamente poteva parlare con la quasi totalità delle persone che vivevano e lavoravano nella zona che gli era stata affidata.

La mentalità imprenditoriale come ‘competenza trasversale’

Le competenze trasversali che dal 2010 le Commissioni europee che si occupano di scuola e di lavoro raccomandano sono il sapere parlare in pubblico, l’imparare ad imparare, la capacità di risolvere problemi, l’auto-organizzazione , la mentalità imprenditoriale. Tutte cose importanti che si imparavano con la formazione continua in Filiale. La capacità di intraprendere si imparava in un modo semplice ed efficace: imparare a fare rendere la zona di lavoro che era stata affidata.

Dal 1955 la Olivetti affidava al neoassunto una ‘zona’ (a Bologna era 1/trentesimo della città) sulla quale, attraverso visite periodiche ad artigiani, commercianti, professionisti ecc. per due – tre anni il venditore sperimentava le proprie capacità imprenditoriali e si preparava ad affrontare livelli più complessi di clientela o a strumentazione di calcolo elettromeccanico o elettronico.

Bologna e la Olivetti

Dopo la premessa, questa che segue è la lista delle situazioni, eventi e persone della Filiale Olivetti di Bologna, derivante da una ricerca in corso che riguarda l’Emilia-Romagna, basata sulla memoria delle persone e, per Bologna, da ricerche nell’Archivio storico della Camera di Commercio.

1930 Guglielmo Jervis, ingegnere di 29 anni, era direttore della Filiale di Bologna, abitava in Via Mezzofanti; il negozio Olivetti e la filiale erano in Via Ugo Bassi. Dal 1934 divenne direttore del montaggio a Ivrea. Il suo nome è stato dato alla ‘strada più bella del mondo’, come era considerata da Le Corbusier. Fiancheggiata dagli stabilimenti Olivetti, diventati simbolo di Ivrea città industriale del 20° secolo, Patrimonio mondiale dell’Umanità dal 2018. Il suo nome figura nella lapide con i nomi di ventiquattro partigiani che hanno perso la vita. Jervis, partigiano valdese, fu torturato per quarantasetta giorni, fucilato e impiccato, per sfregio, a Villar Pellice.

1932 Giovanni Enriques, ingegnere (Bologna 1905 – Milano 1990) figlio del prof. Federigo, celebre docente universitario di matematica e amico di A. Einstein (che portò a Bologna per alcune conferenze nel 1921svolte nella Sala Stabat Mater dell’Archiginnasio), fu assunto a Milano da Adriano Olivetti. Per qualche tempo fu direttore delle Filiali di Bologna e di Milano, nel 1936 divenne Direttore dell’ufficio esteri Olivetti. Nel 1944 con Gino Martinoli e Giuseppe Pero fu amministratore del Gruppo Olivetti in quanto Adriano era riparato esule in Svizzera. Nel 1946 a Glasgow organizzò la British Olivetti, nel 1947 fu direttore generale commerciale della Olivetti. Nel 1953 si dimise e diresse l’IPSOA- Istituto post-universitario di organizzazione aziendale- fino al 1956. L’Ipsoa, fra le prime business school in Italia, nacque a Torino per volontà degli industriali piemontesi ed ebbe come responsabili Adriano Olivetti dal 1952 al 1954 e Vittorio Valletta per gli anni successivi.[4]

Dal 1959 Enriques, da proprietario della Zanichelli, editrice bolognese, rinnovò l’impresa editoriale con la collaborazione dell’ing. Delfino Insolera (1920-1987) che lavorò in Olivetti dal 1952 al 1960.

1951 Il futuro grafico americano Milton Glaser (1929-2020) per un anno fu allievo dell’Accademia di Belle Arti di Bologna dove insegnava Giorgio Morandi (nel 1989 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna fu realizzata una mostra su ‘Glaser e Morandi’ ) Celebri le sue pubblicità dedicate alla macchina per scrivere Valentine e i suoi manifesti per le Olimpiadi messicane.

1952 Delfino Insolera (Varazze 1920- Bologna 1987), laureato in ingegneria e in filosofia, con Carlo Doglio, Antonio Carbonaro e Antonio Scalorbi ha fatto parte del gruppo degli anarchici assunti da Adriano Olivetti. Nell’Archivio Storico Olivetti si trova una locandina di un suo ‘corso popolare sui principi di elettronica 30/4/1953 – 27/5/1953. Insegnò all’Ipsoa e per poco tempo alla Scuola Olivetti di Firenze ( Cisv , Centro istruzione specializzazione vendite) fino al 1960. Fu poi direttore editoriale della Zanichelli dal 1960 al 1970 e in seguito continuò come consulente. Il Comune di Bologna, per il quale si occupò di divulgazione scientifica, gli ha conferito alla memoria l’Archiginnasio d’oro e gli ha dedicato una strada. [5]

1958 A Bologna, si svolse il 7° Congresso dell’Istituto Italiano di Urbanistica (INU) presidente Adriano Olivetti, dedicato a Bilancio della pianificazione comunale nel quadro della pianificazione territoriale paesaggistica’. ‘Adriano Olivetti e l’INU sono anticipatori della pianificazione di area vasta che solo oggi realizziamo concretamente sul territorio’ [6]

1958 Nerio Nesi (bolognese del 1925) fu assunto, dopo un colloquio di tre ore con Adriano e suo figlio Roberto con il compito di creare la Direzione dei Servizi Finanziari del Gruppo, che comprendeva l’Ufficio Banche, l’Ufficio Analisi e Studi Finanziari, l’Ufficio Legale, l’Ufficio Assicurazioni e l’Ufficio Immobiliare. Nel 1960, alla morte di Adriano, ebbe l’incarico di trovare soluzioni per la ripartizione dell’eredità, per mancanza di testamento. Lasciò la Olivetti nel 1964 dopo un colloquio di pochi minuti con Bruno Visentini, presidente della Società, per avere partecipato a Ivrea a un corteo organizzato da Cgil, Cisl, Uil contro il gruppo di intervento formato da Fiat, Pirelli, Imi, Centrale, Mediobanca che gestì per qualche anno la Olivetti (dal suo libro ‘Le passioni degli Olivetti’ Aragno ed. 2017).

Il 6 Aprile 2018 all’Archiginnasio di Bologna, nella Sala dello Stabat Mater, Federico Enriques (figlio di Giovanni), Vasco Errani e Lia Fubini, presentarono, insieme all’autore Le passioni degli Olivetti. Coordinatore Paolo Rebaudengo, organizzazione dell’evento: La Società di Lettura e Olivettiana Aps.

1963 L’arch. Giuseppe Campos Venuti, già segretario di Adriano Olivetti all’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), assessore all’urbanistica al Comune di Bologna, realizzò a Bologna il Peep (Piano per l’edilizia economica e popolare, legge del 1962) dal quale ebbe origine il Quartiere Fossolo, esempio di urbanistica nella prima periferia di una città, con edilizia popolare di qualità, con molto verde, servizi e trasporti, visitato da architetti e urbanisti di tutto il mondo.

1964 Bologna, la Filiale Olivetti in collaborazione con il Fondo Sociale Olivetti di Ivrea organizzò un progetto di medicina preventiva con il prof. Cesare Maltoni e con l’Ospedale Sant’Orsola: screening per i dipendenti e le loro famiglie per tumore, diabete, malattie reumatiche. L’iniziativa nacque da una proposta dei venditori.

1966 Luigi Bettazzi (Treviso 1923): nel 1963 è consacrato Vescovo dal cardinale di Bologna Giacomo Lercaro; partecipò a tre sessioni del Concilio Vaticano II, al termine del quale, il 26 novembre 1966, divenne vescovo di Ivrea. E si espresse sulla Olivetti con queste parole “L’ Olivetti ha alle spalle la tradizione di Camillo e di Adriano Olivetti, per questo motivo è sostanzialmente diversa da tutte le altre aziende. Qui i lavoratori hanno ancora una loro dignità, la logica del profitto è rimasta dietro la porta”

Nel 1968 fu nominato Presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, e nel 1978 ne diventò presidente internazionale, fino al 1985 vincendo per i suoi meriti il Premio Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace. È stato una delle figure di riferimento per il dialogo con i non credenti e per il movimento pacifista.

Il 23 settembre 2016 a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, si è svolto il Convegno su “Le fabbriche di bene” che ha visto la presenza di Beniamino de’ Liguori Carino, nipote di Adriano Olivetti e segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti, Bruno Lamborghini, già manager in Olivetti (originario di Cento di Ferrara), presidente dell’Archivio Storico Olivetti di Ivrea e Monsignor Luigi Bettazzi, Vescovo Emerito di Ivrea.

1981 A Bologna dal 30 settembre ll 22 novembre, si è svolta la Mostra al Museo Archeologico Maschere del Messico, ‘Organizzata dalla Società Olivetti con il patrocinio del Ministero degli Esteri del Messico e del Comune di Bologna. Nell’esposizione le maschere funerarie dell’area messicana divengono un artistico pretesto di rara bellezza per la conoscenza delle culture lontane del Centro America’, con la collaborazione organizzativa della Filiale Olivetti di Bologna. Iniziativa nata localmente per l’interessamento dei quadri commerciali locali.

1983 Presso l’Università di Bologna si è svolto un ciclo di formazione informatica con il prof. Giovanni Barbi[7], promosso e organizzato dalla Filiale Olivetti di Bologna, al quale hanno partecipato per dodici sabati Umberto Eco e i suoi collaboratori. Il professor Eco ricambiò con una giornata di studio presso la Scuola Olivetti di Haslemere. GB.[8]

Nel 1992[9] Padre Michele Casali organizzò con la filiale Olivetti di Bologna un incontro nella Sala della Traslazione del Convento San Domenico di Bologna con l’ingegnere olivettiano Pier Giorgio Perotto, progettista nel 1965 del primo personal computer del mondo (Programma 101), per discutere del suo libro ‘L’origine del futuro. Manuale d’ingegneria del futuro per innovatori, manager e uomini di buona volontà’, FrancoAngeli, 1990.

Nell’aprile del 2001, per il 100° anniversario della nascita di Adriano Olivetti, all’Università di Bologna, Scienze politiche, su iniziativa di ex dipendenti Olivetti, venne organizzato un convegno su ‘Formazione e cultura come valori strategici per l’impresa’ con Laura Olivetti, Giuliana Gemelli, Emilio Renzi , Michele La Rosa e chi scrive. In quell’occasione nacque il gruppo di ex dipendenti e di studiosi di storia olivettiana.

Nel novembre 2001 presso il Municipio di Bologna, Cappella Farnese, per iniziativa di ex dipendenti Olivetti si svolse il Convegno ‘Oltre la tecnica. Le idee di Adriano Olivetti’ con Giancarlo Fabj, Laura Olivetti, Vera Negri Zamagni, Vittorio Prodi, Giorgio Guazzaloca, Romano Volta, Renzo Zorzi, Roberto Cresti, Michele La Rosa, Bruno Lamborghini, Giancarlo Lunati, Chiara Ricciardelli, Giuseppe De Vergottini, Claudio Martinelli, Carlo Monaco, Alberto Projettis, Emilio Renzi, Fabio Roversi Monaco, Franco Ferrarotti, Roberto Caporale.

Una conclusione

Dal 2001 Olivettiana, Associazione di Promozione Sociale, in ventun anni ha organizzato incontri di studio, seminari, convegni , presentazioni di libri a Bologna e in altre città. Tra gli eventi più recenti:

  1. l’organizzazione della terza giornata del Convegno Internazionale di studi Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933-1983 promosso dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, dalla Scuola di Dottorato dell’Università Iuav di Venezia, da Ecole cantonale d’art de Lausanne e da Haute Ecole Spécialisée de Suisse Occidentale, in collaborazione con Fondazione Innovazione Urbana di Bologna, in Cappella Farnese il 19 dicembre 2019. I materiali a cura di Davide Fornari e Davide Turrini, sono stati pubblicate da Triest edizioni
  2. L’organizzazione in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria dell’Università di Firenze di una giornata di studio in onore di Adriano Olivetti, ingegnere, per i 120 anni dalla nascita, svolta nell’aula magna dell’Università di Firenze, il 15 maggio 2021
  3. A Prato, per i 30 anni di attività del PIN Polo Universitario “ Città di Prato” il 28 ottobre 2022 si terrà l’incontro di studio: Dialogare con l’impresa: studenti e impresa si raccontano. Come l’impresa sceglie i laureati, come i laureati scelgono l’impresa:
  • “Il Rinascimento dell’Ingegnere: oltre la formazione tecnica” Evoluzione e finalità del progetto – Lorenzo Capineri, docente di Elettronica – Università degli Studi di Firenze e Coordinatore del progetto.

Tavola rotonda coordinata da Paolo Rebaudengo, Presidente di Olivettiana Associazione di promozione sociale:

  • Olivetti tra passato, presente e futuro – Gruppo Laboratorio Elettronico Apprendere Facendo (LEAF): Leonardo Soldani, Studente di Ingegneria Elettrica e Presidente dell’Associazione IEEE Student Branch UniFi, Università degli Studi di Firenze – Andrea Aglietti Ingegnere Elettronico nella Direzione tecnica Trenitalia.
  • Leadership. Innovazione. L’educazione olivettiana. – Giovanni Maggio. Presidente onorario di Olivettiana Associazione di promozione sociale.
  • L’ingegnere umanista – Ilaria Catastini, Direttore Generale di Evolve Maire Tecnimont Foundation
  • L’industria per il benessere delle persone: tecnologia e futuro – Giovanni Masotti – Vicepresidente di Laser Systems (El.En. S.p.A.).
  • Domande e discussione tra i partecipanti.

Note

  1. Mario Piccinini, Comunità, Architettura, Urbanistica ai tempi di Adriano Olivetti, INU Ed. 2022
  2. Giuseppe Silmo, Adriano Olivetti e il territorio. Dai Centri comunitari all’I-RUR, edizione PLUG.in 2022
  3. Giovanni de Witt, Le fabbriche ed il mondo. L’Olivetti industriale nella competizione globale (1950-90) Archivio Storico Olivetti e Angeli ed.2005 (citazioni dal capitolo Il mondo, come proiezione e come casa).
  4. ‘Giuliana Gemelli, Un esperimento in vitro: l’Ipsoa di Torino 1952-1965’ in Il regno di Proteo.Ingegneria e scienze umane nel percorso di Adriano Olivetti, Bononia University Press p.91
  5. ‘Come spiegare il mondo. Raccolta di scritti di Delfino Insolera a cura di Claudia Capello, Mino Perazzini, Emanuela Rondoni, Vanna Rossi, Flavio Strada, Giuliana Venturi, Zanichelli edit. 1997
  6. Mario Piccinini, Olivetti. Comunità, Architettura, Urbanistica, Stile ai tempi di Adriano Olivetti 1933-1960, INU edizioni , Istituto Nazionale di Urbanistica 2022.
  7. Storia e storie delle risorse umane in Olivetti, a cura di Michele La Rosa, Paolo Rebaudengo e Chiara Ricciardelli, Angeli ed.2004, p.107
  8. Secondo i dati pubblicati nel 1986 da Notizie Olivetti nel biennio 1984-85 le attività di formazione manageriale, svolte in gran parte ad Haslemere, hanno coinvolto 3.945 partecipanti, di cui 762 dirigenti, con 19.700 giornate di formazione e un costo complessivo di 4,2 miliardi di lire (2,2 milioni di euro).  (dal web: Olivetti, storia di un’impresa)
  9. Data da verificare

Comments

  1. Quando arrivai in Olivetti, 1983, era già stato compiuto il ….
    [cito dal testo di Galileo]
    passaggio dalla dimensione territoriale italiana a quella mondiale

    Durante i miei 7 anni si sarebbe potuto – e dovuto – avviare il passaggio alla dimensione digitale.
    In Olivetti gli strumenti erano disponibili e funzionanti.
    Mancava l’adeguamento della comunicazione interna e interpersonale al loro uso.

    Dall’ufficio “acquisiti Software” che fui inviato ad aprire a Cupertino, all’Olivetti Advanced Technology Center, potevo comunicare via email con gli uffici di Ivrea e con i fornitori americani.
    C’erano i presupposti per poter fare evolvere …
    [cito dal testo di Galileo]
    L’espressione ‘il mondo come proiezione e come casa’ ( de Witt, citato in nota) significa che si diffondeva una curiosità, un interesse culturale e un ampliamento dell’immaginazione che diventava rapidamente, in particolare nell’area commerciale, un acceleratore di relazioni.

    …. nell’espressione ‘la rete come proiezione e come casa’ … predisponendo il formarsi di curiosità, interesse culturale e ampliamento dell’immaginazione, che avrebbero dovuto diventare, progressivamente, gestione di relazioni e competenze [trasversali] sistemiche, come richiesto dalla Open System Architecture presentata a Londra nel 1987.

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