Coordinatore del Sito Web di Olivettiana. Formatore, Direttore editoriale sino al 2013 di FOR , rivista dell’ AIF – Associazione Italiana Formatori, Maestro del Lavoro. In Olivetti dal 1960 al 1991 presso la Direzione Commerciale.

L’articolo descrive un’esperienza di lavoro in Olivetti di sessanta anni fa. Una primaria banca acquista dalla filiale Olivetti di Roma, un sistema di meccanizzazione degli sportelli esteri in territorio africano. Responsabile del servizio per l’ avviamento degli impianti è un giovane di 25 anni Carlo Portalupi che aveva frequentato i corsi della scuola Olivetti di Firenze e svolto attività di vendita. Successivi corsi di formazione lo avevano abilitato a coprire i complessi ruoli organizzativi in continua evoluzione nell’ambito di nuove responsabilità. In tre mesi l’incarico si conclude co successo. Nell’articolo si potrà cogliere una costante che varrà per migliaia di casi analoghi: la formazione che forniva i fondamenti tecnici e relazionali per collaborare con il cliente, la capacità di trovare soluzione personale a problemi della più varia natura (viaggi, rapporti con le autorità locali, ambiente complesso..) , lo spirito di collaborazione con i colleghi dei vari settori partecipi del progetto, il gusto per il lavoro ben fatto. Gli anni cinquanta e sessanta vedono la modernizzazione mondiale nel campo dell’elaborazione dei dati , la Olivetti ne è stata una protagonista e quanto qui descritto è una pagina di diario preziosa. Invitiamo i colleghi a raccontarci aspetti della loro storia di lavoro

G.D.

OLIVETTI: una Organizzazione Internazionale eccellente……

di Carlo Portalupi

All’inizio degli anni ‘60, con il ruolo di Responsabile del Servizio Avviamento Impianti – Divisione Meccanizzazione Integrale, avevo la responsabilità di seguire tutte le Banche che avevano in atto la meccanizzazione degli Sportelli delle Agenzie e Filiali con Terminale Audit con banda perforata (il supporto automatico della banda perforata ricavato da tutte le transazioni di Sportello, veniva spedito ai Centri Elettronici in grado di leggere automaticamente i dati, evitando doppie operazioni di trascrizione con inevitabili errori). Tra le prestigiose Banche della Divisione, il Banco di Roma annoverava una rete di sportelli esteri, in particolare in Medio Oriente: Beirut, Sidone, Tripoli di Libano, Damasco, Istanbul, e in Africa del Nord e Orientale: quali Tripoli, Bengasi, Asmara, Massaua, Mogadiscio, Merca.

La richiesta della Direzione del Banco di Roma di estendere la meccanizzazione agli sportelli esteri per uniformarli alla rete delle sedi nazionali, rappresentò una sorpresa per la Filiale Olivetti di Roma, che allo scopo reagì prontamente con la collaborazione della Direzione di Via Clerici – Milano. Attraverso la richiesta alla Direzione Estero vennero convocati e formati, con adeguati corsi a Ivrea, i tecnici STAC (Servizio Tecnico Assistenza Clienti) delle sedi locali, già istruiti sulla linea base di prodotti Audit.

Nel frattempo mi venne dato l’incarico di preparare un cronoprogramma per un piano di intervento per soddisfare le richieste del cliente nei tempi previsti, presso tutte le sedi estere. Il tutto, coordinato con la Filiale Olivetti di Roma, responsabile del Cliente.

A fronte di un compito molto delicato e impegnativo, che richiedeva la conoscenza delle lingue, mi venne assegnato l’incarico di recarmi a visitare tutte le sedi sopra menzionate.

All’epoca avevo 25 anni e solamente 3 anni di anzianità in Azienda, maturata con l’attività di vendita presso le Filiali di Biella e di Arezzo, frequentando i corsi CISV di Firenze a Villa Natalia, e i corsi di informatica presso la Sede di Milano.

Si trattava di un viaggio di 3 mesi molto impegnativo, anche dal punto di vista logistico (visti di ingresso per 6 Paesi esteri), con contenuti diplomatici, che venne programmato con molta cura in termini di prenotazione voli, di alberghi, presentazione presso gli Agenti concessionari dei vari Paesi, non ultimo con una adeguata dotazione di valuta di Voucher in Sterline e Dollari per far fronte a tutte le spese di viaggio. Da non dimenticare le vaccinazioni necessarie alle quali mi dovetti sottoporre per Febbri Gialle, Antimalariche, ecc. Tutte queste competenze organizzative e procedurali facevano parte del Know-how internazionale della Sede Centrale di Ivrea.

Dopo aver visitato tutte le Sedi, dove trovai una accoglienza impeccabile da parte dei Concessionari Olivetti locali e della struttura altrettanto efficiente delle Sedi del Banco di Roma, come ultima sede atterrai a Mogadiscio, bellissima città dove si parlava molto italiano, dotata di moderni Hotel (Giuba, Uebi Scebeli), costruiti dagli italiani in quegli anni, dove la popolazione femminile non era costretta al viso e capo coperti ma aveva la caratteristica di vestire con eleganti abiti lunghi e spalla scoperta. Venni più volte ospitato dalla famiglia Capone, concessionario esclusivo della Somalia. Dopo gli interventi per avviare gli sportelli della importante sede di Mogadiscio, la Direzione predispose una inaugurazione con la partecipazione dal Ministro delle Poste e Comunicazioni del Governo Somalo, che aveva altresì il compito di verificare che i dati in codice Audit sul supporto a nastro, che venivano spediti a Roma, si attenessero alle Leggi che proteggevano le informazioni del Paese che rappresentava.

Completata l’attività per la meccanizzazione della Sede di Mogadiscio, si dovettero predisporre le basi per l’operazione più delicata di meccanizzare l’Agenzia del Banco di Roma di Merca. Cittadina che si affaccia sull’Oceano Indiano un centinaio di Km a sud di Mogadiscio, definita “Porto delle Banane”, posizionata esattamente sulla linea dell’Equatore. Mi dicono che si deve predisporre un Land Rover attrezzata. Chiedo per quali motivi e mi rispondono che non è escluso che si debba spalare. L’equipaggio, oltre al sottoscritto, è composto dall’autista, l’operatore Audit già istruito presso la Sede di Mogadiscio, e da un giovane somalo del Servizio Tecnico istruito a Ivrea; naturalmente l’Audit a bordo. Il percorso è tutto su pista, in massima parte dissestata, con ampie buche allagate da temporali monsonici, dove sguazzano giganteschi uccelli, che al nostro arrivo prendono il volo con fare chiassoso. Mi annunciano, con fare da prendere in giro, che potremmo anche incontrare il leone; infatti, accucciato in mezzo alla polvere, a distanza di un centinaio di metri, un leone si alza e si addentra nella savana. L’autista di bordo ha in dotazione un fucile, che non serve per l’occasione. Ben presto ci fermiamo perché usciamo dalla savana ed entriamo in una zona di dune di sabbia desertiche che richiedono di mettere in funzione le annunciate pale e, anch’io, vengo invitato a collaborare per spalare ed aprire la pista. I miei accompagnatori molto divertiti mi assicurano che il lavoro, ben fatto, ci servirà per avere la strada libera al nostro ritorno.

Al nostro arrivo a Merca, il 31 Dicembre, veniamo accolti cortesemente dai tre funzionari del Banco (sono tutti simpatici romani in carriera, che si definiscono “d’oltremare”), in tenuta coloniale, completamente in bianco. Vivono alle spalle del locale della Banca, in due specie di bungalow che si affacciano sull’Oceano e mi dicono che al mattino quando si alzano, il bagno lo fanno nell’oceano, con la precauzione di non addentrarsi troppo perché lo scarico a mare del macello attira gli squali! Ho un attimo di invidia che però mi faccio passare immediatamente. Iniziamo il lavoro di installazione dell’Audit, con tanto di collaudo del programma memorizzato, poi l’assistenza all’operatore addetto all’Audit. Il tutto, con i vari manuali di istruzione tecnici e operativi, funziona alla perfezione. Ci viene preparato un pranzo a base di buon pesce sotto il portico dei loro bungalow e si procede a stappare una bottiglia di vino italiano, omaggio del direttore della Sede di Mogadiscio, per un brindisi. Partiamo nel pomeriggio e sulla strada del ritorno non occorre più spalare. Due giorni dopo, effettuati i controlli contabili di quadratura e di estrazione e spedizione dei supporti dei nastri perforati, l’Alitalia mi riporta in Patria. Missione compiuta. Torno a Roma per una relazione sull’intero viaggio, ai dirigenti della Sede Centrale del Banco di Roma, con vivi apprezzamenti per aver raggiunto un obiettivo in ambiente severo come la sede di Merca, uniformandola con la loro rete di sportelli nazionali e internazionali La Missione, molto soddisfacente, ha comportato un impiego di solide risorse e competenze tecniche e organizzative di livello internazionale, che all’epoca non avevano eguali, dovute ad una consolidata attività di livello internazionale della Olivetti, supportata da un forte spirito aziendale Olivettiano, da parte di tutti i componenti del’Azienda che hanno partecipato all’operazione, di cui facevo parte dell’ingranaggio, conclusasi nel rispetto dei tre mesi del cronoprogramma, a partire dall’Ordine, con pieno soddisfacimento dell’importante cliente Banco di Roma.

Padova, marzo 2021

La sede di Merca
Avviamento e istruzione
La famiglia CAPONE sulla strada per AFGOI
Si carica l’Audit
Merca, 31 Dicembre
Ritorno in Patria

Autopresentazione di Carlo Portalupi

La mia formazione si è sviluppata in Olivetti per un periodo di 15 anni. E’ iniziata partecipando ai Corsi di Formazione Venditori (CISV) di Villa Natalia a Firenze. Sono successivamente entrato a far parte della Direzione Generale Italia, dopo i corsi di informatica che mi hanno dato accesso alla Divisione Sistemi, dove ho ricoperto il ruolo di Responsabile Avviamento Impianti presso le maggiori Banche Italiane ed Estere. Ho ricoperto successivamente il ruolo commerciale di Capo Area Sistemi presso le Filiali di Genova e Bologna. Nel corso degli anni, dopo aver ricoperto il ruolo di manager presso una multinazionale, ho rilevato l’attuale Società, Saet S.p.A., con una operazione di Management by out unitamente ad altri soci. La Saet S.p.A. di cui sono Presidente, risiede a Padova e si occupa della progettazione e fornitura “chiavi in mano” di Sistemi Elettrici ad Alta Tensione e di Impianti per le Energie Rinnovabili.

La Società opera con successo sul mercato nazionale e sui mercati esteri. Sicuramente la mia cultura di formazione in Olivetti ha contribuito a “ibridare” profondamente il nuovo ambiente di lavoro, nel consentirmi di diffondere una cultura Olivettiana attraverso la realizzazione di un Ambiente Comunitario, con formazione continua delle risorse appartenenti a tutti i settori della Società. Azzerando praticamente il turnover, creando lo spirito di lavoro di gruppo, assegnando la massima fiducia nel conferire i ruoli di responsabilità (tutte le commesse di impianti sono gestite sotto la piena responsabilità di un Project Manager). Coinvolgendo le famiglie negli eventi aziendali, con la partecipazione dei bambini che iniziano a respirare l’aria degli ambienti di lavoro dei loro genitori. L’azienda mette a disposizione corsi di musica e canto, libri, eventi culturali (danza, concerti, teatro, jazz, sport, ecc.) Una impegnativa e consistente attività di comunicazione, viene diffusa attraverso una periodica produzione artistica, dedicata a Clienti, Fornitori e a tutti gli Stakeholder.

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