Una pratica organizzativa più che mai necessaria in tempi di iperspecializzazione

Viviamo in tempi di fakenews, e con la complicità dei social si consolidano credenze e visioni degne dei nostri antenati di qualche millennio fa, persone improbabili vengono elette Presidenti da regimi perfettamente democratici e si depositano nel profondo delle coscienze credenze e miti che hanno lo scopo, come era qualche millennio fa, di mettere i popoli al sicuro dalla verità.

Così accade che nel bel mezzo della globalizzazione si demonizzino popoli e nazioni perché sono diversi, per non parlare degli atteggiamenti sprezzanti e minacciosi verso le varie altre minoranze interne che popolano la nostra complessa società.

A parte il tema politico di carattere generale, ci sono importanti implicazioni di carattere organizzativo, sia nella Società che in una Azienda, che rendono la riduzione a “diversità” di quelle che sono in realtà “differenze” un errore grave, non solo una semplificazione sbagliata, ma una grande perdita di opportunità.

Chi ha avuto la possibilità di relazionarsi professionalmente per anni con culture molto lontane da quella occidentale, per esempio quella cinese, avrà vissuto sulla propria pelle le profonde differenze di valutazione, di interpretazione, di visione, e si sarà alla fine accorto che queste differenze creano grandi opportunità

La Differenza in natura produce energia, inclusa la Differenza culturale

L’acqua che cade dall’alto in basso, la differenza di pressione tra i due lati delle ali che fa volare un aereo, la stessa cosa sulla vela che fa avanzare la barca, e le rose che fioriscono quando le giornate sono calde e le notti ancora fresche.

La Differenza è una perenne produzione di energia, visibile in alcuni casi, avvertita in altri. Scrive Leonardo osservando l’acqua dei fiume “di su e di giù, di e qua di là discorre, nessuna quiete la riposa mai”. Nessuna quiete la riposa mai, la stessa cosa per le differenze culturali, un motore inesauribile per chi impara ad utilizzarlo.

Bene, se si capisce che è l’altezza in un caso, la pressione nell’altro, la temperatura nel terzo allora si comprende come rispetto al risultato il veicolo sia relativamente indifferente.

Ha quindi senso introdurre deliberatamente Differenza in due ambiti nella organizzazione Aziendale. Antica lezione Olivettiana, quando si assumevano sistematicamente insieme laureati in materie scientifiche e umanistiche: Olivetti aveva capito che introdurre Differenza nell’organizzazione produceva energia, teneva l’Azienda sveglia senza lasciarla preda né dei tecnicismi né delle grandi visioni poco pratiche.

Così la ricerca della Bellezza andava d’accordo con la Cinematica, il Design con l’elettronica, i Negozi firmati da quelle che sarebbero diventate Archistar con le Fabbriche dove si sperimentavano modelli produttivi inediti.

Olivetti è stata il laboratorio che ha dimostrato la enorme utilità di avere anime diverse nella propria organizzazione, in quel caso una organizzazione “debole” che volutamente lasciava molto spazio alla qualità delle persone.

Adriano Olivetti, ingegnere dotato di una visione assolutamente originale della Organizzazione, ha spesso assunto persone che ha incontrato e nelle quali ha trovato qualità eccezionali, senza chiedersi più di tanto in quale ruolo, ma spesso trovandolo pur di avere del genio all’interno dell’Azienda.

Con questo approccio sono stati assunti in Olivetti una quantità di scrittori, designers, sociologi, ma anche ingegneri eccezionali, come Mario Tchou, di origini cinesi ,che tanta parte ha avuto nella storia della elettronica Olivetti

Una visione della organizzazione aziendale assolutamente elastica, al servizio della evoluzione, dove le qualità delle persone potevano cambiare l’Organizzazione, e non viceversa.

Ci vuole una grande Visione e un grande carisma per governare una grande Azienda con questo criterio, e ogni azienda ha le sue specificità, ma la lezione Olivettiana sulla iniezione di Differenza nella vita aziendale è più che mai attuale

In un momento di così forte cambiamento tecnologico è una lezione fantastica. Nelle Università si insiste molto -giustamente- sulla necessità di diversificare la formazione tecnica introducendo anche competenze non tecniche. E’ importantissimo che questo non solo avvenga, ma che gli studenti comprendano che la loro formazione, soprattutto se hanno aspirazione manageriali e imprenditoriali, sia solidamente basata sulla multidisciplinarietà.

Nel mondo attuale, che al di là delle oscillazioni ideologiche che lasciano il tempo che trovano, è e sarà sempre più globalizzato, la capacità di capire e governare le differenze culturali sarà un tratto decisivo per gli imprenditori e i manager. Quelli che resteranno prigionieri della visione difensiva esalteranno la propria contro le altrui Diversità, quelli di successo gestiranno con consapevolezza la Differenza.

Se andiamo indietro di un paio di millenni troviamo nell’Impero Romano un fantastico esempio di consapevole gestione della Differenza: tanti Imperatori, Consoli, Generali erano di origine straniera, e la capacità di tenere il tutto insieme, riconoscere il merito, imparare dalle differenze è stato uno dei principali punti di forza dell’Impero. Lo splendido libro di Marguerite Yourcenar su Adriano (Le memorie di Adriano), Imperatore nato in Spagna, è forse inconsapevolmente, un fantastico manuale di management contemporaneo di aziende complesse.

Un’ultima nota sull’etimologia delle parole, che aiuta sempre a capire: in un recente articolo di Nunzio Galantino sul Sole24Ore nella rubrica “Abitare le Parole”ci racconta che Diversità viene da Divertere, composto da vertere (volgere) e dis (altrove). Il significato è quindi di andare altrove, separarsi, allontanarsi. Differenza viene, sia per il latino che per l’italiano, dal verbo greco “fero” che significa portare, preceduto da dis, cioè varie direzioni. Così il significato del verbo greco “diafero” e del latino “differo” è portare qualcosa in varie direzioni.

L’etimologia ci aiuta a capire l’abisso tra Diversità e Differenza e a scegliere da che parte stare

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